mercoledì 30 agosto 2017

L’eredità del “calzolaio del Toro”. Le scarpe di Bacigalupo in regalo


LA STORIA

L’eredità del “calzolaio del Toro”. Le scarpe di Bacigalupo in regalo

Vincenzo Bevilacqua, 94 anni, chiude la sua storica bottega di via Filadelfia
È noto come “il calzolaio del Toro”. E di certo, Vincenzo Bevilacqua, classe 1923, è una specie di “istituzione” di borgo Filadelfia, essendo rimasto in attività fino a quasi 94 anni. Un appassionato, come raramente ce ne sono: lui, le scarpe non soltanto le aggiustava, ma ne sapeva raccontare la storia. E la storia più bella di tutte era quella dei giocatori del Toro: il negozietto del signor Bevilacqua, proprio di fronte allo storico “Fila” recentemente tornato a nuova vita, è stato visitato da decine di giocatori che dopo una partita avevano, magari, qualche problemino con le suole o con i tacchetti. E lui, pazientemente, si metteva al lavoro.
Vincenzo e il Toro. Un binomio che ha radici lontane, poiché questo calzolaio entusiasta del suo lavoro è arrivato a Torino due giorni dopo la tragedia di Superga. Proveniva da Melfi: era sceso a Porta Nuova con la classica valigia di cartone e un mestiere tra le mani. Lavorò per anni in Fiat, aggiustando le scarpe nel tempo libero. Poi, nel 1980 aprì il suo negozio davanti allo stadio: dentro, tutto era rimasto come una volta, con le scaffalature in legno e un lungo bancone di lavoro. Alle pareti, ritagli di giornale, fotografie e gagliardetti. «Ma con gli anni ho collezionato un vero e proprio museo», dice lui. E sì, perché il signor Bevilacqua ha raccolto e custodito tutti i cimeli che gli hanno lasciato i giocatori di passaggio. Autografi, palloni e soprattutto scarpe. Come quelle del portiere Bacigalupo: era il cimelio più prezioso, lasciato in vetrina con tanto di targhetta, per ricordare il mitico portiere del Grande Torino, morto nella tragedia del 4 maggio 1949.
Recentemente, però, Vincenzo ha deciso di chiudere tutto. Troppo forte, il peso degli anni: la salute viene prima della passione per il proprio lavoro e dell’amore per lo sport. Così, mentre lo stadio Filadelfia finalmente rinasce, chiude per sempre una delle realtà “storiche” per i tifosi granata. «Chiudo, ma alcuni cimeli ho voluto regalarli – dice – ad esempio, ho lasciato le scarpe di Bacigalupo al vicino bar di via Filadelfia».

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