giovedì 15 giugno 2017

Svelato l'archivio segreto di Verdi

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Svelato l'archivio segreto di Verdi

Svelato l'archivio segreto di Verdi
Cinquemila pagine di schizzi e abbozzi del Maestro segretati per più di cento anni. Su “Classic Voice”, per la prima volta, l’elenco completo.
Giuseppe Verdi ha lasciato nella propria residenza di Sant'Agata un tesoro segreto di cui da sempre si favoleggia tra gli studiosi: manoscritti musicali, abbozzi e schizzi, che coprono un arco temporale di circa mezzo secolo della produzione verdiana, dalla Luisa Miller ai Pezzi Sacri. “Classic Voice", nel numero in edicola da venerdì 12 rivela il contenuto pubblicando per la prima volta l'elenco completo dei manoscritti.

Si tratta di circa cinquemila pagine di abbozzi e schizzi, con prime stesure di idee musicali o intere facciate di partitura poi modificate o scartate, in larghissima parte sconosciuti agli studiosi e quindi mai analizzati. I fogli (di circa 35 cm x 27 ciascuno) sono custoditi in 17 carpette, una per ogni titolo. Tolte dal calcolo le pagine bianche, su 5.252 facciate sono 4.671 quelle utilizzate dal Maestro nella fase di composizione delle opere. Per fare un esempio dell'importanza dell'archivio: soltanto del Falstaff ci sono 900 pagine di abbozzi sconosciuti, mai visti e mai studiati.

Villa Verdi, con tutte le collezioni contenute, compresi i manoscritti musicali, è di proprietà degli eredi del Maestro, ma sottoposta a tutela da parte dello stato perché di “eccezionale interesse” storico e culturale. Deve restare “com’è e dov’è”, come aveva disposto Verdi: “Faccio obbligo alla mia erede di conservare il giardino e la mia casa in S.Agata nello stato in cui ora si trova, pregandola di voler mantenere nello stato attuale tutti i prati che attorniano il giardino. Tale obbligo viene anche fatto ai suoi eredi od aventi causa”. Gli eredi hanno rispettato questa volontà del Maestro. Quanto ai preziosi manoscritti inediti, per decreto “inscindibili” dall’immobile come le altre collezioni, qualche tempo fa era corsa la voce che fossero stati trasferiti in Svizzera. A questa insinuazione c’è una risposta ufficiale: “La collezione è conservata in un luogo sicuro, ma non in Svizzera”, assicura a “Classic Voice” Angiolo Carrara Verdi, terzogenito dell’ultima generazione dei discendenti e attuale “custode” della Villa di Sant’Agata.

“Il fatto che di questi manoscritti verdiani non sia mai stato curato (tranne che per quelli della Traviata) un inventario con criteri scientifici e che  siano inaccessibili agli studiosi rappresenta
 un’anomalia”, dichiara Andrea Estero, direttore di “Classic Voice”. “Mauro Balestrazzi, autore di questa inchiesta esclusiva, ha svelato storia ed entità dell’archivio verdiano, ma ha anche documentato che le collezioni di altri musicisti importanti come Bach, Beethoven, Wagner, Rossini, Debussy, Britten e Schoenberg sono da tempo accessibili agli studiosi di tutto il mondo. Così dovrebbe essere anche per i manoscritti verdiani”.

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