martedì 6 giugno 2017

Quando ci facciamo male da soli.





Siamo talmente bravi a farci male da soli che sfidiamo chiuque a creare un disastro superiore per proporzioni a quello di Piazza San Carlo a Torino nel nostro paese.

A dire corbellerie di parte politica più stupide di quelle che sono state dette.

E' bastata l'incoscienza di qualcuno, il gesto di qualche sconsiderato, il desiderio di strafare in un ambito territoriale incapace a sopportare mille persone a fare di una festa una tragedia che al solo pensiero di autorizzare un altro raduno del genere per riermpire  stadi di carcerati per non farli più uscire se non a campionato finito.

Se fossi io il ministro degli interni proibirei come ai tempi andati anche l'uscita di coppia da casa per evitare tafferugli in caso che i due litigano fra loro.

Non siamo esposti al pericolo del nemico, ma al pericolo che noi stessi possiamo diventare per noi con le nostre idee balorde o da poco, eredi di una civiltà che ha dominato il mondo fino a quando non si è rilassata nelle terme di caracalla dove andavano a giocare a palla.

Guarda caso anche allora il declino dell'impero romano incomincio con il gioco della palla puro e semplice o sbattendone due una contro l'altra..
Non vorrei che dopo sessant'anni di Repubblica arrivasse il periodo delle palle tenuto conto che ne raccontano e come le varie fazioni in campo.

Con le nostre stupidate facciamo sciogliere le nevi eterne dell'artico che un bel giorno arriveranno ad inondare la valle padana sgorgando in modo torrenziale dalla sorgente del Po.

A guardare piazza San Carlo dopo il disastro mi viene in mente Attila, ma a quel tempo la Juve non c'era e neppure la Piazza. La guardo e sembra incredibile che la paura abbia fatto più male di un attentato.

Il prossimo raduno deve essere vietato ai cacasotto di qualsiasi nazionalità, ai matti per passione e agli stupidi sempre in procinto di botto e l'amministrazione della stessa ad amministratori poltici in vena di onnipotenza.

                                                                                                     Firmato G. Ruocco



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