mercoledì 24 maggio 2017

Travolge e distrugge una famiglia



RONDISSONE

Travolge e distrugge una famiglia. Otto anni al camionista ubriaco

Lo slovacco aveva ucciso marito e moglie e ferito i loro tre bambini
Otto anni di carcere per omicidio stradale a Emil Volfe, camionista di 63 anni di nazionalità slovacca, che aveva travolto una famiglia marocchina di Torino uccidendo i due coniugi e ferendo gravemente i tre figli.
La sentenza è stata pronunciata ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ivrea, Stefania Cugge. L’imputato era accusato di omicidio stradale aggravato e rischiava fino a 18 anni di condanna. La tragedia lo scorso 23 settembre, quando Volfe, a bordo del proprio camion compiva una folle e mortale corsa lungo la Torino-Milano. L’uomo, prima di piombare sulla famiglia torinese, aveva travolto un’auto sulla tangenziale di Torino, ferendo una donna di 45 anni di Giaveno in maniera non grave. La tragedia era avvenuta pochi minuti dopo all’altezza della barriera di Rondissone della A4. Qui il tir aveva travolto la Fiat Idea a bordo della quale si trovava una famiglia di origini marocchine residente a Torino. L’urto violentissimo provocava la morte sul colpo di marito e moglie, Mostafa El Chouifi, 39 anni, e Nora Rarhifi, 30 anni, e feriva gravemente i loro tre figli, una neonata di due mesi e due bambini di tre e otto anni dopo aver trascinato il veicolo su cui viaggiavano per circa duecento metri.
Come se nulla fosse accaduto il camionista continuava la sua corsa fino all’area di servizio di Villarboit, in provincia di Vercelli, quindi quaranta chilometri dopo l’incidente, dove era stato fermato e arrestato dalla polizia stradale vercellese. Secondo i rilievi fatti all’epoca, Volfe si sarebbe trovato alla guida del camion completamente ubriaco con un tasso alcolemico di quattro volte superiore alla norma.
L’avvocato Costanza Casali che difende l’autotrasportatore slovacco è riuscita ad ottenere lo sconto di pena derivante dal rito abbreviato e si riserva, comunque, la possibilità dell’appello.

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