martedì 3 gennaio 2017

PITTIN (Luigi Pittini) artista di Tolmezzo (UD)



















"La strada bianca": il pittore Pittin si racconta fra vita e percorsi d'arteBianco è il colore della strada della vita, un bianco che racchiude in sé le sfumature policrome della memoria, i grigi della miseria che scava i volti e toglie il respiro, l'arcobaleno dei sogni e dei desideri che popolano il nostro orizzonte. E bianco sarà sempre il colore della strada del ritorno.BRIl pittore carnico Luigi Pittino (in arte Pittin) ha usato questo colore per dipingere il proprio autoritratto:/I/BB La strada bianca /I/Bè il titolo del volumetto di memorie che questo figlio di Socchieve da decenni residente a Roma ha voluto consegnarci per raccontare il lungo/I/BB troi/I/B che dalla Filuvigna porta alla capitale, passando per il Friuli e Venezia, Cortina, Milano e il Piemonte. Il percorso di un'anima con la coraggiosa bussola dell'arte e del sentimento, un percorso che ci aiuta a conoscere meglio tempi ormai passati ma che non vanno dimenticati, e una chiave di lettura per capire di più la gente della montagna e comprendere quanto possa risultare difficile inserirsi in altre realtà spesso lontane anni luce dal /I/BBprât/I/B, dal /I/BBcret/I/B e /I/BBdas cartùfules/I/B, dai ritmi della terra e dell'uomo.BR/I/BBLa strada bianca/I/B è un diario intimo, a volte scarno, frugale, mai poco profondo, capace di specchiarsi con sincerità nelle enormi difficoltà dell'infanzia, nei problemi di salute, nei rapporti con i genitori, la sorella e il fratello, in un mondo agreste che bucolico no fu mai. E poi ecco scorrere come in un film gli anni della scuola e le amicizie, i primi incontri importanti (il dottor Camilotto e Nora Ricchetti), Venezia, la Fenice e gli studi che contano, gli anni della guerra: la /I/BBrepubblica/I/B della Zona libera della Carnia, la prigionia e la fuga dai tedeschi (a Udine), la militanza partigiana e la Garibaldi. E poi la difficile serenità della pace e della rinascita, gli anni dell'insegnamento in Friuli e fuori regione, fino a Roma.BRIn quella Roma brulicante di uomini e di idee, nei fecondi e irripetibili anni Cinquanta, nella città eterna del grande amore deluso si ferma anche il viaggio narrativo di Pittin, tenero e dolce come il suo pennello, come i suoi occhi color del cielo e come il tratto gentile delle illustrazioni che accompagnano /I/BBLa strada bianca/I/B. Un viaggio che speriamo abbia presto l'atteso seguito in un altro volume, sostenuto come questo dai Comuni di Enemonzo e Socchieve, dalla Comunità montana, dalla Banca di Carnia e del Gemonese, con un affettuoso abbraccio dell'amico Adriano Degano a nome del Fogolâr di Roma. Ecco, quella fiamma ha tenuto sempre desto ed ha alimentato l'amore del pittore per la sua montagna: ogni anno Pittin ritorna nella val Tagliamento dove ha imboccato la strada bianca della vita, il colore unico del luogo in cui siano nati./I/BB (n.c.)














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