giovedì 6 ottobre 2016

Gratti e perdi sempre







di Giovanni Maria Bellu
Le concessionarie del gioco d’azzardo legale dovrebbero cominciare a preoccuparsi.  Un giudice di pace ha per la prima volta deciso che il giocatore va risarcito se non è stato messo adeguatamente a conoscenza dei rischi che corre: non solo di perdere un sacco di soldi, ma anche quello di restare vittima di una pericolosa forma di dipendenza, la ludopatia, non diversa da quella per l’alcol o la droga. E’ successo a Vallo della Lucania, Salerno, dove un giocatore incallito, stufo di perdere, ha deciso di rivolgersi a un avvocato. Aveva acquistato ben 225 Gratta e vinci senza mai vincere niente.
Affari suoi, si dirà. Aveva accettato il rischio e gli è andata male. E’ questo, in parole povere, l’argomento delle concessionarie. Solo che il giudice di pace, seguendo la tesi del legale dello sventurato, è andato a verificare le caratteristiche del prodotto messo in vendita e ha constatato che non conteneva tutte le informazioni necessarie. In particolare quella, prevista dall’articolo 7 del decreto Balduzzi, secondo la quale sui tagliandi devono essere presenti, “formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica dei giochi con vincite in denaro con le relative probabilità di vincita”. Formula che sui Gratta e vinci in questione non c’era. Dunque – ha stabilito il giudice - il contratto di vendita tra l’acquirente e la concessionaria va considerato nullo e la Lotteria Italia deve risarcire.
Una somma modesta, poche centinaia di euro.Ma se la decisione del giudice di pace di Vallo della Lucania diventasse giurisprudenza,  sarebbe un’autentica rivoluzione.  E un evento rovinoso per le concessionarie. Basta una cifra per comprenderlo:  secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno dall’Economist. L’Italia è il quarto paese al mondo per il volume di perdite nel gioco d’azzardo legale. Tra videopoker, Gratta e vinci e lotterie varie perdiamo ogni anno 24 miliardi di dollari. Cifra che sorridponde a una perdita annua pro capite di 430 dollari.  Vanno peggio di noi solo gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone.
Il decreto Balduzzi fu emanato proprio con lo scopo di porre qualche freno alla ludopatia, attraverso alcune blande e anche ovvie regolette. Una  di queste è informare i giocatori dei rischi che corrono e delle effettive probabilità di vincita. Regola mai applicata, o applicata con una serie di trucchi.  Come quello di considerare “vincenti” i biglietti che danno una vincita pari al loro valore e che hanno il solo scopo di indurre il giocatore ad acquistare un altro Gratta e vinci. Un meccanismo denunciato da anni dall’avvocato Osvaldo Asteriti,, titolare di un blog (http://www.osvaldo.asteriti.name/) il cui nome è una dichiarazione programmatica: “Win For Life, Gratta & Vinci Ed Altri Inganni”.
Nel gennaio del 2015 l’avvocato Asteriti presentò un esposto alla procura della Repubblica di Roma per denunciare la scorrettezza delle concessionarie e per segnalare gli “artifizi e raggiri” (sono gli stessi termini che nel codice penale definiscono il reato di truffa truffa) utilizzati per indurre un numero crescente di persone a giocare.  Metodi  particolarmente efficaci per i padroni del gioco d’azzardo, e particolarmente nocivi per i cittadini. Si stima che in Italia le persone che giocano in modo compulsivo, sperperando somme ingenti, a volte rovinandosi, siano mezzo milione.
4 ottobre 2016
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