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Una lettera di risposta sul diario della figlia e uno sfogo su Facebook che sta già creando dibattito. "Gentili maestre, Mariasole non ha potuto studiare storia perché dopo 8 ore di scuola, dalle 17 alle 19.30 ha dedicato il suo tempo libero restante ad attività ricreative e sportive". Così una mamma milanese, Anna Santoiemma, ha giustificato con i docenti della scuola elementare della figlia il fatto che non avesse fatto i compiti.

Torna così a far discutere il tema del troppo carico di lavoro per casa per i piccoli studenti, tema sentito da molti genitori così come quello dei compiti delle vacanze. A quest'ultimo capitolo era dedicata la lettera del papà di Varese che aveva scritto ai prof spiegando perché il figlio non aveva svolto i compti estivi: "Voi avete nove mesi per insegnargli nozioni e cultura. Io solo tre per insegnargli a vivere".
La mamma di Milano su Facebook ha pubblicato la foto della pagina del diario della figlia in cui compare la giusticazione e nel post ha scritto anche: "Basta compiti e basta torturare questi bambini dopo che passano otto ore seduti sui banchi".

Non tutti però, tra i commenti, si dichiarano d'accordo. Sergio Ghittoni, ad esempio, scrive: "A mio figlio non permetterei di non fare i compiti. Mi sembrerebbe di dargli un insegnamento negativo. Anche a me i compiti non piacciono
 e vorrei che la scuola trovasse il modo di ridurli al massimo, se non di eliminarli del tutto. Ma andrei a parlare con i professori o i maestri e chiederei loro di prendere coscienza del problema, non metterei mio figlio in rotta di collisione con la scuola".

Non manca però chi solidarizza con Santoiemma, come Erika Guio: "Concordo, dopo otto ore di scuola piena, i bambini hanno tutto il diritto a fare ben altro, come ad esempio giocare".