domenica 24 luglio 2016

ETERNIT 1) Wikipedia

Eternit

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Copertura di Eternit
Eternit è un marchio registrato di fibrocemento e il nome dell'azienda che lo produce, appartenente all'azienda belga Etex. 
L'Eternit è utilizzato in edilizia come materiale da copertura, nella forma di lastra piana o ondulata, o come coibentazione di tubature.

Storia

Tettoia in Eternit
Vecchia vasca di riserva d'acqua in Eternit
Nel 1901 l'austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto, un materiale che egli stesso chiamò Eternit – con riferimento al latino aeternitas, «eternità», per rimarcarne la sua elevata resistenza. Un anno dopo Alois Steinmann acquista la licenza per la produzione e apre nel 1903 a Niederurnen le Schweizerische Eternitwerke AG.
L'Eternit guadagna popolarità in breve tempo e, nel 1911, la produzione di lastre e tegole sfrutta appieno la capacità produttiva della fabbrica. Nel 1928 inizia la produzione di tubi in fibrocemento, che fino agli anni settanta rappresenteranno lo standard nella costruzione di acquedotti. 
Nel 1933 fanno la loro comparsa le lastre ondulate, usate spesso per tetti e capannoni.
Nel 1935, viene prodotto anche dalla ditta Fibronit a Bari. Nel 1938 viene avviata la produzione di manufatti amianto-cemento nella fabbrica di Napoli, nel quartiere di Bagnoli.
Negli anni quaranta e cinquanta l'Eternit trova impiego in parecchi oggetti di uso quotidiano. Ad esempio, Willy Guhl disegnò un sedia da spiaggia. Dal 1963 l'Eternit è prodotto in varie colorazioni.
Nel 1955 nasce lo stabilimento di Eternit Siciliana, tra Priolo Gargallo e Augusta in Sicilia, chiuso nel 1993. Altri stabilimenti si trovavano a Casale MonferratoRubiera (Reggio Emilia), Cavagnolo (Torino), Broni (Pavia) e Bari.
A partire dal 1984 le fibre di amianto vengono sostituite da altre fibre non cancerogene. Nel 1985 chiude la fabbrica di Bagnoli, periferia ovest di Napoli, e nel corso del 1989 inizierà una prima fase di bonifica. Nel 1994 l'ultimo tubo contenente asbesto lascia la fabbrica. La commercializzazione di Eternit contenente cemento-amianto è cessata in Italia tra il 1992 e il 1994[4], ma prosegue tuttora, con lo stesso marchio Eternit, in altri Paesi del mondo, tra cui il Brasile.

L'Eternit e l'amianto[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni sessanta, ricerche mostrarono come la polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti e usata come materiale di fondo per i selciati, provoca asbestosi e una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico.
Eternit e Fibronit continuarono tuttavia a produrre manufatti sino al 1986, con drammatiche conseguenze per la salute degli operai.
Casale Monferrato lo stabilimento disperdeva la polvere di amianto nell'ambiente circostante. Avendo la malattia un periodo di incubazione di circa 30 anni, coloro i quali risiedevano nelle zone intorno alla fabbrica negli anni '80 corrono tutt'oggi rischi per la salute: ad esempio, tra il 2009 e il 2011 sono stati registrati 128 nuovi casi di persone ammalate. Nella provincia di Alessandria si contano circa 1.800 morti per esposizione ad amianto.

Responsabilità civile e penale

Azioni legali

Nel 2009, in seguito alle indagini condotte da Raffaele Guariniello presso il Tribunale di Torino, inizia il processo contro Stephan Schmidheiny,[9] ex presidente del consiglio di amministrazione, e contro Louis De Cartier de Marchienne, direttore dell'azienda negli anni sessanta (De Cartier è morto nel 2013 a 92 anni). Essi sono ritenuti responsabili delle morti per mesotelioma avvenute tra i dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l'asbesto.[10]

Responsabilità penale

Il 13 febbraio 2012 il Tribunale di Torino condanna di primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per "disastro ambientale doloso permanente" e per "omissione volontaria di cautele antinfortunistiche", obbligandoli a risarcire circa 3.000 parti civili. Il 3 giugno 2013 la pena viene "parzialmente riformata" e aumentata a 18 anni. Il 19 novembre 2014 la Corte di Cassazione ha annullato la condanna dichiarando prescritto il reato.

Responsabilità civile

La Corte d'Appello di Torino ha inoltre disposto il risarcimento alla Regione Piemonte di 20 milioni di euro e 30,9 milioni per il comune di Casale Monferrato.[11]

Risarcimento

Il 19 novembre 2014 la Corte suprema di cassazione dichiara prescritto il reato di disastro ambientale, annullando le condanne e i risarcimenti in favore delle parti civili.[12]

Procedure di smaltimento

  • Nota: La normativa italiana di riferimento per questi tipi di bonifiche è la legge 257/1992 e per la normativa sulla sicurezza il D.Lgs. 81/2008. Decreto DG Sanità n° 13237 del nov 2008 "Protocollo per la valutazione delle coperture in cemento amianto" vengono forniti i parametri di valutazione e i tempi concessi per il corretto smaltimento.
  • Accertamento: si deve determinare la presenza di amianto nella lastra di fibrocemento, questo si può accertare risalendo alla data d'acquisto del manufatto, oppure semplicemente facendo analizzare un campione, possibilmente una lastra intera, poiché uno o più frammenti, se poi confermati contenere amianto, sono nella condizione ideale per nuocere gravemente alla salute.
  • Incapsulamento: è un metodo di bonifica "transitorio" che prevede il trattamento della superficie delle lastre esposta agli agenti atmosferici con sostanze sintetiche, idonee ad inglobare e consolidare le fibre di amianto al manufatto cementizio ed impedirne il rilascio nell'ambiente.
  • Rimozione e smaltimento: è un metodo di bonifica "radicale" che prevede diverse procedure speciali atte a garantire la sicurezza: degli operatori addetti alle varie operazioni di rimozione, trasporto e smaltimento; delle persone e degli animali che si trovano in prossimità del cantiere e dei mezzi usati nel trasporto e infine in generale dell'ambiente dove si opera.


In questa nota pubblicata Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. è carente delle informazioni più elementari che possono far capire in che cosa consiste la pericolosità di questo prodotto e quando si sono verificati e perchè i fenomeni di inquinqmento ambientale che hanno determinato i decessi che si sono verificati a Casale monferrato e altrove.
Ogni morte pur essendo certificata per conoscerne le cuse che l'hanno determinata non sempre portano a conclusioni certe per attribuirla a questa o a quella causa.
Le stistiche presso le case comunali  non sono veritiere in quanto non riportano le cause che hanno determinato il decesso e i relativi accertamenti effettauti. Le cause naturali si sprecano andando a svalutare gli eventuali nessi di causalità che l'hanno determinata, salvo poi trovarci difronte a comportamenti di strutture sanitarie che dimettono il paziente prossimo alla morte per assencondare il desiderio dei familiari di farlo morire in ambito familiare riducendo la mortalità all'interno delle strutture pubbliche e gli acceratmenti sulle cause dei decessi.

L'amianto esiste in natura da che mondo e mondo e gia gli antichi ne conoscevano la pericolosità. Quando sono approdato alla riforma sanitaria mi son trovato ad applicare le norme contenute nel DPR 303/1956  che era chiamato a tutelare l'igiene degli ambienti di lavoro e gloi da osservare per farlo.

NELLA TABELLA ALLEGATA che prvedeva la sorveglianza sanitaria periodica sui dupendenti che erano inseriti in cicli lavorativi comprendenti i rischi elencati non c'era l'amianto. Compare per la prima volta nrll'elenco  delle industrie insalubri di prima classe compreso nel DM del 19/11/1981 alla voce n. 35.

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