mercoledì 1 giugno 2016

TUTTA COLPA DELLA VAGINA!



TUTTA COLPA DELLA VAGINA!

Megumi Igarashi, l'artista "buona a nulla" come lei stessa si è definita, ma che sta terrorizzando il costume giapponese con le sue vagine, dopo la condanna per oscenità torna a combattere. Stavolta con un libro firmato sotto pseudonimo, che ancora una volta racconta molto della società, non distante dall'Europa

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Da qui al Giappone le ore di fuso sono molte, ma non sono poi tante quelle che separano la "clausura" di certi temi. Le sessualità, in fondo, è ancora uno di questi. Ci sono voluti 30 anni perché l'Italia "accettasse" il problema dei diritti civili, di un'affettività "diversa", e non immaginiamo cosa potrebbe succedere se avessimo in giro qualche artista come Megumi Igarashi, la "creativa" della vagina che un tribunale di Tokyo ha accusato di oscenità per un kayak a forma di sesso femminile. Ora, a poche settimane dalla condanna, arriva un nuovo affondo: stavolta è un libro d'artista, firmato sotto lo pseudonimo di Rokudenashiko, che si intitola "What Is Obscenity? The Story of a Good For Nothing Artist and Her Pussy", ovvero "Storia di un'artista buona a nulla e della sua vagina".
Megumi, che attraverso la sua arte ha detto di voler presentare l'anatomia come più luminosa, più divertente e meno grave, sta scoprendo il lato maschilista e bigotto del grande Paese orientale, in una chiave decisamente diversa da quella che ci aveva proposto Araki, solo per fare un esempio, con la stessa forza dirompente: mentre il fotografo restava inquietante e, appunto, grave, Igarashi ha sbattuto in faccia il vero problema: in Giappone dire la parola vagina, o monko in slang nipponico, è considerato osceno. Ma davvero, con tutti i problemi che ha l'Occidente (di cui nel bene e nel male il Giappone conservatore fa parte) ci si può ancora perdere davanti ad un pezzo di corpo? Evidentemente sì, mentre la comunità artistica internazionale sta plaudendo a un lavoro travolgente e perfettamente al passo con i tempi. Insomma, sarà pure buona a nulla, ma di spine del fianco Megumi ne sta mettendo. E ben ci sta. (MB)





Quando gli imbecilli...


Le ore di fuso orario sono molte
ed ogni ora mostra di avere
un pensiero a parte
come se il cuore vivesse in disparte
dagli altri cuori dentro altre pelli.

Cosi i canguri saltano per camminare
e chi vive segna sognare
o senza appartenere
ha un’idea diversa
della propria esistenza.

Sarà pure bello il desiderio di vivere,
ma resta osceno per molti
che prendono per buono
il culto dell’imbecillità
ritenendo oscene parti del corpo

o perché defecano o per il mestruo
come se la bocca oscena non fosse
quando dice cose che offendono
la nostra essenza di esseri
fatti ad immagine e somiglianza

di qualcuno, di un dio che si nasconde
e profana la nostra esistenza
con il peccato che egli ci ha instillato
che resta la cosa più dolce del creato
quando gli imbecilli stanno zitto.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido           02.06.016


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