domenica 22 maggio 2016

POVERO POUND TRA INSULTI E VITTORIE


    
 

POVERO POUND
TRA INSULTI E VITTORIE

   
   
 
pubblicato 

Tempo fa la figlia di Ezra Pound, Mary de Rachewiltz, chiese a quelli di CasaPound di non usare il nome del padre. In effetti, gli abusi di nomi e altro sono all’ordine del giorno e non fanno piacere. Anche i Rolling Stones hanno diffidato Trump ad usare le loro musiche durante le sue adunate elettorali. CasaPound se ne è allegramente fregata, ma forse Trump dovrà tener conto dei ben più potenti Rolling Stone. E smettersela di usarli. 
Ma torniamo a Pound che, scontroso come era, ieri si sarà rigirato nella tomba a forza di sentirsi fischiare le orecchie. "Chi vota no, vota come quelli di CasaPound”, ha detto all’indirizzo della sinistra dem, che non accoglie di buon grado le riforme costituzionali targate Renzi, la soave e tosta Maria Elena Boschi, equiparando quindi la minoranza del suo partito al peggio della politica. Alla richiesta di chiarimenti di Cuperlo, anche lei ha fatto spallucce o, insomma, ha fatto capire che non intende affatto scusarsi o ritrattare. E che l’avvicinamento ai fasci, agli sfascisti e alla destra peggiore, rimane. Bel clima che regna in casa del Pd, specie in fase preelettorale! È qualcosa che rincuora. C’è un’atmosfera talmente vivace che addirittura Renzi cerca di stemperarla, reclamando una "moratoria dell’insulto”. Con scarso successo.
Ma torniamo a CasaPound perché, sempre ieri (povero Pound!), è stata di nuovo più volte menzionata per l’exploit che ha fatto alle elezioni comunali di Bolzano, dove "quelli di CasaPound” si sono aggiudicati un corposo 6,21 per cento. 
Bolzano, Brennero, Austria non tira una bell’aria da quelle parti, nonostante le terse vette alpine e le vallate verdi. Tant’è che il cancelliere socialdemocratico, Werner Faymann, si è dimesso proprio ieri a seguito del trionfo elettorale della destra xenofoba di Norbert Hofer. Ci ha messo un po’ a decidersi, aveva firmato anche per il muro antimigranti del Brennero, ma alla fine ha tolto il disturbo. E CasaPound e company festeggiano. Sdoganati, almeno linguisticamente, dall’ineffabile Maria Elena Boschi. 

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