martedì 10 novembre 2015

Alfredo Mazzucchi coautore con Di Capua della musica di 'O sole mio, ecc.

Complice una chiacchierata con mio figlio sull'impossibilità di verificare la realtà della raccolta dei diritti SIAE maturati  e le ripartizioni che vengono effettuate, mi è tornato alla mente il maestro Alfredo Mazzucchi che ebbi l'onore e il piacere di conoscere quando avevo appena 18 anni per aver accompagnato a casa sua il mio amico Ferdinando di Somma, mio compaesano e compagno di ventura di quegli anni, a prendere lezioni di canto.
Il maestro era di una giovialità sorprendente, dopo cinque minuti eravamo diventati amici e nei momenti di pausa ci divertivamo come matti. Il suo studio, posto in prossimità delle poste centrali era frrquentato dai maggiori cantanti napoletani del momento. Ebbi, così, la fortuna di conoscerne qualcuno, come Maria Paris, Mario Abbate ed altri che in questo momento non mi sovvengono.
Non accennò mai a quello che poi è venuto a galla dopo la sua morte. Diceva, di tanto in tanto, che molti autori di canzoni diventate celebri gli dovevano qualcosa del successo conseguito che in buona parte derivavano da suoi aggiustamenti o riscritture. Lo diceva giusto per chiacchierare. 

Quando il riconoscimento é arrivato quelli che prima mi avevano ascoltato con sufficenza incominciarono a guardarmi con un altro occhio. Allora era vero. Caro maestro era proprio vero e meno male che qualcuno ha creduto alle richieste dei suoi eredi. 
La storia non è come viene di seguito raccontata almeno per me. Potrebbe essere andata anche così per qualche pezzo, come era successo al sottoscritto quando un mio compaesano voleva acquistare la paternità di un mia canzone. 
Non volli acconsentire e la canzone é ancora oggi nel cassetto a dormire.
 Le mie canzoni le ha cantato solamente mia sorella che le imparava velocemente 
e qualche amico (Carlo Sorrentino) che poi si trasferì a Torino e si esibiva, 
nel tempo libero del lavoro di tutti i giorni, presso una radio privata
 che non mi ha mai pagato un centesimo di SIAE. (G. Ruocco).
A dire il vero Carlo mi aveva cercato, ma non riuscimmo ad incontrarci. Non ero più a Torino e le persone interpellate gli risposero che non erano in grado di dirgli dove abitavo.




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