mercoledì 18 marzo 2015

Festival del Cinema/2 Breve excursus della giornata, tra i film sociali di Munzi, Svilicic e Baharami

pubblicato venerdì 29 agosto 2014

Anime nere di Francesco Munzi, still

In giornata sono stati presentati anche Anime nere, di Francesco Munzi, molto sostenuto dal pubblico, e Takva su pravila (These Are the Rules), di Ognjen SvilicicHomes di Ramin Baharami. Il leit-motiv di questo gruppo di film sembra essere come un individuo, un gruppo, una famiglia siano dipendenti e definiti dal loro intorno, e quali siano i loro modi e le loro strategie per ritagliare uno spazio di libertà.
Homes, di Ramin Baharami, racconta la crisi dei mutui subprime, con l'intento di spiegare come dagli anni sessanta ad oggi ci sia stata tanta de-regolamentazione, progressiva e lenta, questo processo in definitiva ha portato all'etica del "chi vince ha sempre ragione". Testimonianza di questo è il fatto che nessuno di coloro che sono stati individuati come responsabili tecnici della bolla speculativa ha mai risarcito nulla in alcun modo alla società civile né è stato chiamato a farlo. Forse, ci dice il regista, il 99 per cento si è stancato di questo atteggiamento e questa è la speranza su cui si fonda l'idea di un futuro migliore. 
Per Anime Nere, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore e co-sceneggiatoreGioacchino Criaco, quello che più conta per il regista è entrare nel mondo violento con molta compassione ma anche mantenendo molto distacco. La guerra calabrese della famiglia implosa è speculare a quella fra i clan. C'è guerra ovunque e dove c'è conflitto c'è emozione e sintesi. L'intento di Munzi è stato da un lato decostruire l'immaginario del mafioso per come di solito è rappresentato, dall'altro raccontare il cortocircuito di un mondo di credenze arcaico e una fede nella tecnologia altrettanto superstiziosa. L'insieme di questi due fanatismi genera quello che è oggi il mondo della malavita, ma anche la violenza e la sofferenza che sono trasversali, sentite da tutti, di cui il crimine è solo l'espressione culminante e più evidente. (Irene Guida)

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