venerdì 11 luglio 2014

Lavoratori musulmani: tutelarli al meglio durante il Ramadan


Una pubblicazione Inail propone una serie di indicazioni in materia di prevenzione per evitare il possibile incremento dei rischi di infortunio legato a caldo e fatica durante il digiuno del Ramadan.
Perugia, 10 Lug – Nove sintetiche indicazioni, racchiuse in un depliant informativo, per affrontare al meglio la giornata lavorativa durante il periodo del Ramadan. L’opuscolo - realizzato dalla direzione territoriale Inail di Perugia-Terni, dal Cesf di Perugiae dal servizio Prevenzione e protezione dell’Asl Umbria 1 - si rivolge ai lavoratori musulmani e ai datori di lavoro, in vista del digiuno previsto dalla religione dal 28 giugno al 27 luglio, nella fascia giornaliera che va dalle prime luci dell’alba fino al tramonto.

Dalla normativa alle misure da adottare. In un’ottica di attenzione alla salute e alla sicurezza lavorativa, il depliant propone indicazioni chiare e concrete per affrontare al meglio questo peculiare momento della vita lavorativa dei musulmani: dagli obblighi normativi che il datore di lavoro e i lavoratori devono rispettare alle misure per evitare i danni derivati dal troppo calore o dallo sforzo fisico. Inoltre, l’opuscolo focalizza l’attenzione anche sulle misure specifiche da rispettare durante questo periodo: la disponibilità d’acqua nei luoghi di lavoro; la presenza di particolari dispositivi di protezione e l’organizzazione delle pause di lavoro durante la giornata.

I possibili pericoli: dal disidratazione alla ipoglicemia. Disidratazione, ipoglicemia, perdita di coscienza sono solo alcuni dei pericoli a cui sono esposti i fedeli musulmani che devono rispettare per trenta giorni l’obbligo del digiuno (oltre a dedicarsi alla preghiera e alle opere di carità). Tra gli aspetti che i datori di lavoro non dovrebbero sottovalutare anche lo sforzo fisico richiesto dalla mansione e le temperature elevate che potrebbero comportare ulteriori pericoli per la salute degli osservanti. Per questo viene segnalata come buona prassi la riduzione degli sforzi fisici durante le ore più calde.

Ligi: “Comportamenti corretti per limitare i rischi”. A richiamare l’attenzione dei datori di lavori durante il Ramadan è il direttore territoriale Inail di Perugia-Terni, Alessandra Ligi, che ha più volte sottolineato come “il possibile incremento dei rischi di infortunio sul lavoro durante il Ramadan per i fedeli musulmani, unito all’obbligo da parte del datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute del lavoratore, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”, impone in questo periodo una particolare attenzione nei confronti di questi lavoratori”.




Fonte: Inail.






Persone in attesa della fine del digiuno giornaliero durante il mese del Ramadan.
Il Ramadan è il mese nel quale si pratica il digiuno (in araboرمضانramaḍān) è, secondo il calendario musulmano, il nono mese dell'anno e ha una durata di 29 o 30 giorni.
Il Ramadan, costituisce un periodo eccezionale dell'anno per i fedeli islamici in tutti i paesi a maggioranza musulmana: la sua sacralità è fondata sulla tradizione già fissata nel Corano, secondo cui in questo mese Maometto avrebbe ricevuto una rivelazione dall'arcangelo Gabriele.
Il digiuno (sawm) durante tale mese costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell'Islam e chi ne negasse l'obbligatorietà sarebbe kāfir, colpevole cioè di empietà massima e dirimente dalla condizione di musulmano.
In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno nei luoghi pubblici è sanzionato penalmente in quanto urta la morale comune, tuttavia nella sfera privata non sussiste alcun obbligo.
Nel corso del mese di Ramadan infatti i musulmani debbono astenersi - dall'alba al tramonto - dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Chi è impossibilitato a digiunare (  perché malato o in viaggio) può anche essere sollevato dal precetto, ma appena possibile, dovrà recuperare successivamente i giorni del mese in cui non ha digiunato .
Dal momento che lo scopo del devoto è quello di purificarsi da tutto quello che di materiale esiste nel mondo corrotto e corruttibile, e dal momento che ogni ingestione gradevole è considerata corruzione del corpo e dell'anima, è vietato anche fumare.
Vale la pena però sottolineare che l'uso del profumo nel corso del digiuno è ammesso da una parte dei dotti musulmani che vietano esplicitamente solo l'inalazione di incenso
Il motivo di questa relativa tolleranza sta forse nel fatto che il profeta Maometto amava molto i profumi e ne faceva abbondante uso per il fastidio che egli provava per i cattivi odori, tanto da vietare a chi avesse mangiato aglio o cipolla di partecipare alla preghiera collettiva del mezzodì di venerdì in moschea. In occasione del Ramadan è anche richiesto di evitare di abbandonarsi all'ira.
Per alcuni dotti dello Sciismo, come ad esempio Najm al-Dīn al-Muhaqqiq al-Hillī, invece, se il fumo e il profumo non costituiscono violazione dell'obbligo, in caso di rapporti carnali, la prima violazione dell'obbligo di astensione nel corso del digiuno comporterebbe la fustigazione e, in caso di recidiva, addirittura la pena di morte. Quest'opinione rimane nella quasi totalità dei casi non applicata nei fatti.
Le donne incinte o che allattano, i bambini e i malati cronici sono esentati dal digiuno e dovrebbero al suo posto, secondo le loro possibilità, fare la carità come ad esempio nutrire le persone bisognose indipendentemente dalla loro religione, gruppo etnico o dalle loro convinzioni. Le donne durante il loro ciclo o le persone in viaggio non devono digiunare, ma lo possono rimandare.
Quando tramonta il sole il digiuno viene rotto. La tradizione vuole che si preferisca mangiare un
dattero perché così faceva il Profeta. In alternativa si può bere un bicchiere d'acqua.
Dato che il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell'anno solare), il mese di Ramadan di anno in anno cade in un momento differente dell'anno solare, e quindi man mano cade in una stagione diversa.
Il significato spirituale del digiuno è stato analizzato da molti teologi. Si attribuisce ad esempio al digiuno la dote di insegnare all'uomo l'autodisciplina, l'appartenenza a una comunità, la pazienza e l'amore per Dio. Un'altra interpretazione è che il digiuno e l'astinenza sessuale per un mese intero ricordi al praticante le privazioni dei poveri.
Varie le ricorrenze del mese festeggiate o commemorate dai musulmani. Il giorno 6 infatti sarebbe nato il nipote di Maomettoal-Husayn ibn ‘Alī. Il giorno 10 sarebbe morta la prima moglie del Profeta, Khadīja bint Khuwaylid. Il giorno 17 sarebbe stata vinta la battaglia di Badr. Il giorno 19 sarebbe stata conquistata dai musulmani la città di Mecca. Il 21 sarebbero morti ‘Alī ibn Abī Tālib e il suo discendente, l'imam ‘Alī al-Ridā.
Al termine del ramadan, viene celebrato lo Id al-fitr ("festa della interruzione [del digiuno]"), detta anche la "festa piccola" (id al-saghir).

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