venerdì 18 aprile 2014

L'oro bianco del deserto

Latte di Cammella, l'oro bianco del deserto

Il latte di cammella vanta numerose proprietà. Conosciamole insieme

Latte di Cammella, l'oro bianco del deserto

Sebbene possa sembrare in un primo momento una delle tante leggende metropolitane che riguar-
dano l’alimentazione, in realtà è vera la notizia dell’introduzione nel mercato dei paesi dell’Unione Europea del latte di cammella. A breve questo speciale latte farà compagnia ai già noti latte di muc- ca, capra e asina che solitamente troviamo sugli scaffali dei supermercati. In realtà l’uso alimentare 
di questo latte non è una novità: Aristotele nei suoi scritti vanta le qualità del latte di cammella e dei formaggi da essi derivati, disprezzando contemporaneamente i prodotti derivati dal comune latte di vacca.

Caratteristiche nutrizionali
Chi lo ha assaporato, descrive questo latte come leggermente salato e caratterizzato da una colora- zione che va dal bianco al rosa. Dal punto di vista nutrizionale, questo prodotto è dotato di un elevato contenuto in vitamina C pari a circa il triplo di quello contenuto nel latte vaccino; inoltre, è una ottima fonte anche di ferro, calcio, vitamine del gruppo B e acidi grassi insaturi. Basso è invece il contenuto in grassi, mentre elevata è la sua digeribilità. E’ un alimento adatto per chi soffre di intolleranza al lattosio o allergie alimentari. In Russia e in India viene particolarmente indicato per i periodi di conva- lescenza; mentre in Africa viene usato per l’alimentazione dei malati di AIDS. Alcuni popoli africani ritengono perfino che abbia degli effetti afrodisiaci. 
Si ritiene che proprio grazie all’elevato consumo di questo latte, i beduini dimostrino un’età inferiore a quella reale: in base a ciò, lo si può considerare quindi un vero e proprio elisir di lunga vita.

Le difficoltà
La commercializzazione del latte di cammella purtroppo possiede alcuni problemi: innanzitutto, que- sto alimento non è compatibile con il trattamento di pastorizzazione UHT. Altro problema è che i mag-
giori produttori di questo latte sono i nomadi del deserto, i quali, proprio per il loro stile di vita, si spo- stano frequentemente creando ovviamente dei problemi per l’eventuale filiera di produzione del latte. Altro problema non indifferente è il basso numero di cammelle esistenti tale da non essere capace di soddisfare le richieste stimate. La popolazione mondiale di cammelli censita, sia maschi che femmi- ne, è di circa 20 milioni, contro i 90 milioni di bovini, di cui solo 30 milioni di vacche allevate in tutta l’Europa. La produzione di latte di cammella è di circa 1.3 milioni di tonnellate contro i circa 500 mi-
lioni di litri di latte di vacca prodotti al giorno. Somalia ed Arabia Saudita sono i paesi maggiori pro- duttori di latte di cammella.

Derivati del latte di cammella
L’introduzione nell’alimentazione di latte di cammella, ha aperto la strada nel commercio alla vendita di numerosi prodotti derivati proprio da questo prezioso latte. Non solo latte quindi, ma anche formag- gi, yogurt, milk shake, cioccolata, cosmetici, saponi e perfino farmaci. Alcuni ricercatori stanno infatti sperimentando un farmaco a base di latte di cammella, che secondo loro, sia capace di curare i tumori Kenya, la Camel Dairy Milk Ltd in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Medica del Kenya stanno svolgendo una ricerca per verificare la possibilità che questo prezioso latte possa avere degli effetti benefici per la riduzione del rischio di insorgenza del diabete e delle malattie cardiovascolari.

Latte di yak
Se vi è sembrata bizzarra l’eventuale introduzione del latte di cammella nella vostra alimentazione quotidiana, lo sarà ancora di più l’ipotetica ideadi poter gustare invece il latte di yak. Lo yak è un animale che vive nell’altopiano tibetano. Questo latte è particolarmente ricco in grassi necessari per affrontare i rigidi inverni, in particolare acidi grassi omega-3 in quantità decisamente superiori al contenuto nel latte vaccino. Questa particolare composizione però lo rendono adatto alla produzione di formaggi, burro, yogurt. In particolare, il burro serve per la preparazione del particolare tè tibetano: bevanda dalla tipica consistenza densa ottenuto dall’unione del burro di yak, sale, latte, bicarbonato, foglie di tè e acqua. Per promuovere i prodotti di un caseificio sull'altopiano tibetano che lavora il latte di yak, è nato un presidio Slow Food il cui obiettivo è quello di diffondere la cultura del latte di yak per far conoscere le sue straordinarie proprietà; inoltre, ciò rappresenta un’opportunità per i pastori tibetani di incrementare il proprio reddito e migliorare quindi il loro tenore di vita.
 Per favorire tutto ciò è stato preparato un formaggio a media-lunga stagionatura capace di far fronte anche lunghi tempi di trasporto.
di Dott.ssa Valentina Schirò (Biologa Nutrizionista)

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