martedì 3 settembre 2013

Finita la mostra, si scoprono i buchi nel muro.

E a Venezia la Lega fa un esposto contro Manet
pubblicato lunedì 2 settembre 2013

Manet, Olympia, 1863, olio su tela, 130x190cm, Parigi, Musée d'Orsay. Donata allo stato nel 1890 grazie a una sottoscrizione voluta da Claude Monet, copyright Musée d'Orsay Dist.RMN Grand Palais/ Patrice Schmidt

La mostra si è chiusa ieri, con una proroga di circa dieci giorni. Una delle più belle viste a Venezia negli ultimi tempi, dove a Palazzo Ducale uno splendido Manet è tornato in laguna, in un dialogo con i suoi antichi Maestri, tra cui Tiziano. 
Ma la bellissima esposizione non è stata in qualche modo "pacificatoria” e Franco Rocchetta, uno dei maggiori esponenti della Lega in Veneto, ex sottosegretario agli Esteri nella prima legislatura Berlusconi, ha presentato un esposto contro la climatizzazione necessaria alla conservazione delle opere in mostra, rea di aver richiesto un impianto che avrebbe lasciato sui muri del Palazzo dei Dogi dei grandi buchi sulla facciata. Accuse che ovviamente sono state rigettate in toto dalla sovrintendente al patrimonio storico e artistico Renata Codello, che ha smentito che il Palazzo sia stato in alcun modo rovinato e che tutti i necessari sopralluoghi siano stati effettuati. Secondo il Leghista i buchi sarebbero almeno una trentina, tutti di diametro di 6-7 centimetri, con un ulteriore danno: le tubature accatastate dell'impianto avrebbero compromesso la stabilità della parte centrale della sala degli Scudieri, dove è collocato il bookshop, determinandone un cedimento. 
Un impianto "esagerato” a cui Palazzo Ducale non avrebbe dovuto acconsentire, e del cui avviso sono stati anche il capogruppo Udc Simone Venturini e il consigliere Marco Zuanich, che hanno depositato un'interpellanza comunale: «Non c'è mostra che tenga. Palazzo Ducale è un tesoro che dobbiamo custodire e trasmettere alle prossime generazioni» ha tuonato Venturini. Caso diplomatico alle porte? Aggiornamenti in corso. 

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