venerdì 21 giugno 2013

Colosseo chiuso, turisti in fila sotto il sole e lavoratori dell'arte allo stremo.

Colosseo chiuso, turisti in fila sotto il sole  lanciano un appello al Ministro Bray, per una nuova politica occupazionale
pubblicato venerdì 21 giugno 2013

Olivo Barbieri - Colosseo dalla serie Site Specific Roma_04 - 2004

«Con questa assemblea intendiamo denunciare il grave rischio che correranno nei giorni festivi tutti i musei e le aree archeologiche. Il contratto del personale di vigilanza prevede l'obbligatorietà di svolgere un terzo dei turni festivi all'anno e questo naturalmente, data la carenza del personale, non basta assolutamente a garantire la tutela dei musei. Chiediamo al Ministro Bray una seria politica occupazionale, che si interrompa il costume del lavoro mascherato, che utilizza finti volontari, consulenti e stagisti. La media dei lavoratori dei Beni culturali è di 54 anni,  moltissimi verso la pensione e senza la possibilità di trasmettere le proprie competenze a causa del blocco del turnover. Per effetto della spending review non è possibile, ad oggi, assumere nuovo personale». Così hanno spiegato alla stampa  il segretario regionale Uilpa dei Beni culturali, Franco Taschini e  Fiorella Puglia, sindacalista della Funzione pubblica Cgil di Roma e Lazio, all'assemblea dei lavoratori al Colosseo. Un'assemblea che è balzata su tutti i giornali, nella giornata di oggi, a causa della portata eccezionale di code che si sono formate a Roma, non solo davanti all'Anfiteatro Flavio, ma anche a Palazzo Massimo, le Terme di Diocleziano e di Caracalla. Siti archeologici "chiusi per sciopero”, ovvero una "pubblicità” dei Beni Culturali italiani che, agli occhi dei turisti, deve essere sembrata una vera e propria allucinazione. "I luoghi della cultura in Italia e a Roma sono aperti al pubblico più che in qualunque altro paese europeo: 11 ore al giorno per 6 o 7 giorni alla settimana. I lavoratori che rendono possibile tutto ciò sono allo stremo a causa della grave carenza di personale ed esasperati perché da oltre nove mesi non percepiscono circa il 20 per cento del salario", si legge in una nota Cgil Cisl e Uil. Motivazioni che forse possono apparire quasi "normali” ad un pubblico italiano, meno a chi proviene dal nord Europa o da altri continenti, eppure, si legge ancora: "I lavoratori del Ministero per i Beni e le attività culturali di Roma si scusano con cittadini, turisti e operatori dell'indotto per il disagio arrecato dalla chiusura del Colosseo, ma la protesta, oltre al rispetto e alla tutela dei nostri diritti, ha come obiettivo quello di evitare che per il resto dell’ anno troviate chiusi i nostri musei e le nostre aree archeologiche la domenica e nei giorni festivi". E a proposito delle richieste al Ministro Bray da parte dei lavoratori dell'arte, non dimenticate di votare il nostro nuovo sondaggio: troverete non poche "richieste" rispetto alla situazione che si sta verificando a Roma. 

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