sabato 2 febbraio 2013

Dall'Estremo Oriente all'America Latina.

Tutti gli incroci dell'arte e della geografia all'undicesima Biennale di Sharjah. Ecco qualche anteprima
pubblicato mercoledì 23 gennaio 2013

Hala Elkoussy - On red nail, palm trees and other icons. Al Archief (Take 2) - 2009 - materiali vari - veduta dell’installazione alla Sharjah Biennial 9

Biennale di Sharjah quasi pronta al taglio del nastro della sua 11esima edizione.
Sono stati annunciati in queste ore, infatti, le 37 nuove commissioni che la Sharjah Art Foundation (SAF) ha lanciato, e la restante settantina di artisti che saranno in mostra negli Emirati dal prossimo 13 marzo. Il concept curatoriale di quest'anno, firmato da Yuko Hasegawa, non poteva forse essere più indicativo della situazione che vivono quotidianamente gli Emirati Arabi Uniti, incrocio di culture e porto dell'Occidente, sia dell'Est che dell'Ovest, dai forti connotati identitari che non si smentiscono nell'architettura tradizionale, elemento attraverso il quale si propone una nuova cartografia culturale che riconsidera le relazioni tra il mondo arabo, l'Asia, l'Estremo Oriente  attraverso il Nord Africa in America Latina.
E visto che la manifestazione, nata nel 1993, si sta consolidando come una delle rassegne più giovani e interessanti nel panorama contemporaneo, non è un caso che questa nuova edizione segnerà anche l'apertura di cinque nuovi spazi dedicati all'arte nella zona dell'Heritage: 20mila metri quadrati adibiti alle attività di SAF e della sua promozione dell'arte nella città e nella zona del Golfo. Oltre ad un massiccio panorama di party, serate e ad una nutrita sezione dedicata al cinema, con esperti provenienti da ogni angolo del globo, va segnalata la presentazione de "New Cultural Cartography” alla Tate, il prossimo 26 gennaio, con il presidente della Sharjah Art Foundation Hoor Al-Qasimi, Yuko Hasegawa, l'artista Wael Shawky, gli accademici Sarat Maharaj e John Hutnyk moderati da Daniel Marko. Un'anteprima dove Tate e SAF sperano di aprire un dibattito intorno  alle domande più importanti dell'arte contemporanea internazionale. A proposito, come immaginate il parterre degli artisti? Ovviamente mondiale. Ecco alcuni nomi: Burak Arikan, Tony Chakar, Thomas Demand, Mohamed Ali Fadlabi, Valia Fetisov, Simon Fujiwara, Carsten Höller, Gabriel Lester, Pedro Reyes, Shahzia Sikander, Liu Wei, Ernesto Neto, Gabriel Orozco, Anri Sala e Superflex. 

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