giovedì 31 gennaio 2013

Guggenheim e UBS per i Paesi extra-occidentali.

Ecco come e chi vi sarà alla prima mostra sponsorizzata dal colosso svizzero. Silenzio sulle acquisizioni
pubblicato venerdì 11 gennaio 2013
Shilpa Gupta - Singing Cloud - 2008-09 - assemblaggio di microfoni e di elementi sonori - cm 400x150 - photo Marc Domage

L'elenco, alla fine, è venuto alla luce: saranno 22 gli artisti in mostra al Guggenheim di New York nella prima mostra sponsorizzata da UBS, dedicata al Sud e Sud-Est asiatico: Shilpa Gupta, che ormai non ha più bisogno di presentazioni, il thailandese Navin Rawanchaikul, il filippino Anading Poklong, la fotografa malese Wong Hoy Cheong e il collettivo Otolith, ex candidati al TurnerPrize, Amar Kanwar, Aung Myint, Khadim Ali, Tang Da Wu e Vincent Leong, solo per dirne alcuni. Tutti sono provenienti da un bacino che comprende i territori che vanno dalla Malasya al Pakistan, dall'India alla Filippine. 
La mostra si intitolerà "No Country", e tutte le opere che saranno esposte entreranno a far parte della collezione del museo, con una serie di altri pezzi inediti sui quali per ora il riserbo resta stretto.
Curata da June Yap, la mostra vuole tracciare i rapporti di scambio e di influenza tra Paesi e allontanarsi dall'idea di nazionalità, nell'incontro delle opere come tramite d'unione. La mostra dunque non sarà raggruppata per "stato", ma cercherà invece di "complicare" il ruolo e il tema dell'origine e delle frontiere. 
Yap, curatore del Padiglione di Singapore alla Biennale di Venezia del 2011, dove era in mostra Ho Tzu Nyen -che sarà in mostra anche al Guggenheim- ha raccolto tutti gli artisti in un viaggio di tre mesi nella regione. La mostra sarà la prima di tre supportate dal Guggenheim Initiative UBS Global Art, programma sponsorizzato da servizi bancari e finanziari del gruppo UBS, per mettere in evidenza l'arte di alcune regioni sottovalutate rispetto alla scena internazionale di stampo occidentale. Le successive apriranno un varco su America Latina, Medio Oriente e Nord Africa. Un investimento stimato 40 milioni di dollari, il cui primo step si vedrà a partire dal prossimo 22 febbraio. Quel che è certo è che l'arte, con buona pace di tutti, un Paese ce l'ha eccome, ed è formato dalla rete dei grandi musei di tutto il mondo.

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