venerdì 28 dicembre 2012

Opere in dono al pubblico.

Un progetto racconta modalità e relazioni, partendo dalle Biennali di Venezia
pubblicato lunedì 17 dicembre 2012
Felix Gonzales Torres, Untitled (Silver Beach) (1990), Padiglione USA @ 52°Biennale di Venezia (2007)

"I doni degli artisti nelle Biennali di Venezia" è un'indagine in progress a cura di Monica Bosaro, Ilaria Gentilini e Francesca Valenzano, dello IAUV di Venezia, che hanno pensato di operare una ricognizione di tutte quelle opere all'interno delle quali venivano offerti oggetti che potevano essere presi dal pubblico e portati via. Ovviamente però il raggio d'azione non è sterminato, si sofferma sugli episodi avvenuti all'interno della più grande manifestazione del contemporaneo di tutti i tempi: la Biennale di Venezia.
Un archivio storico e sociale, che una volta completato potrà tracciare anche un percorso parallelo nella storia dell'arte e nelle sue poetiche e obiettivi di condivisione: «Attualmente siamo ferme agli anni '80 perché dall'analisi dei cataloghi delle Biennali degli anni '70 non è emerso nulla di rilevante. Ed è per questo motivo che apriamo la nostra ricerca al contributo di persone che hanno vissuto quelle kermesse o che hanno memoria di azioni artistiche particolari, non registrate dai cataloghi» racconta Monica Bosaro.
Un archivio della memoria, al quale è stato chiesto di intervenire a critici d'arte, curatori, artisti e al settore arti visive della Biennale, anche per fugare la moltitudine di esempi presenti intorno al genere: «Oltre a dubbi di tipo tecnico, sono emersi interessanti questioni durante il processo di ricerca che ci hanno portato a chiederci se inserire o meno anche opere dove l'artista "donava un'esperienza da vivere" durante la Biennale, lasciando comunque un segno nel pubblico. Queste ultime sono intese come doni più immateriali, iscrivibili nelle più ampie categorie di "esperienze" o "giochi", come può essere stata l'installazione di Boltanski all'ultima Biennale».
Ovviamente l'indagine è aperta a tutti e domani le tre studiose saranno a Palazzetto Tito di Venezia, sede della Fondazione Bevilacqua La Masa, per conversare con chiunque abbia ricordi in merito.
L'archivio traslocherà poi a Milano, in Viafarini, dal prossimo 21 gennaio, dove, con un recapito mail i visitatori potranno scrivere per suggerire soluzioni ai dubbi sollevate dalle tre studiosi o ricordando doni mancanti nell'elenco.
Il pubblico, inoltre, alla fine della tappa milanese, diventerà a sua volta agente della mostra: i "regali" recuperati e collezionati duranti i pellegrinaggi dell'arte saranno esposti durante una conferenza nella quale sarà presentata la ricerca. «Il lavoro di ricerca, visto l'interesse che sta suscitando su vari fronti, probabilmente sarà portato avanti anche dopo la mostra e potrà legarsi ad altre tematiche legate al dono, come quelle per esempio dell'acquisizione di questa tipologia di opere da parte dei musei che, per adesso, non sono state prese in considerazione» ribadisce ancora Bosaro. Un modo intelligente e raffinato per fare ordine negli esempi primari della "condivisione" contemporanea, che hanno riempito le case di appassionati e che permesso una nuova vita dell'arte, fatta di meno contemplazione e più "azione".

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