sabato 22 dicembre 2012

Adrian Paci, la prima volta in Kosovo.

 A Pristina una grande retrospettiva dell'artista-ambasciatore albanese 
pubblicato venerdì 21 dicembre 2012
Adrian Paci - Centro di permanenza temporanea - 2007 - still da film in 16:9 - 5’30’’

Curata da Angela Vettese, si apre stasera a Pristina alla Galleria Nazionale, la prima personale di grandi dimensioni di Adrian Paci, artista albanese classe 1969, che dal 1997 è di stanza a Milano. A distanza di diversi anni dal successo internazionale che l'ha consacrato (sia nel 1999 quando rappresentò l'Albania alla Biennale di Venezia), che in occasione di mostre come la terza edizione di Manifesta a Lubiana, nel 2003, al PS1 di New York, al Moderna Museet di Stoccolma nel 2005, al Bloomberg Space di Londra o al Moderna di Istanbul nel 2010, è ora la sua regione dei Balcani a mettere in scena la forte dimensione narrativa, legata ai luoghi, alle persone, e alle emozioni spesso descritte nei lavori di Paci, autore allo stesso tempo capace di prendere le distanze per sviluppare approcci critici che si concentrano sui paradossi, le tensioni e i conflitti dell'essere umano. E di certo non poteva esserci luogo più emblematico del Kosovo, Paese che ha dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia solo quattro anni fa e che è stato, in tutto il corso dell'ultimo secolo, territorio di conflitti con i vicini stati, Albania compresa.
Ed è per questo, probabilmente, che la tradizione colta e popolare, l'ibridazione delle discipline dell'arte, il meticciaggio tra video e scultura o video e pittura, la sovrapposizione di ipotesi su come si può davvero comunicare e dove il viaggio è la lingua della vita e del lavoro, rendono ancora più importante la prima volta di Paci in Kosovo.
Per riflettere sulle tensioni dell'arte in rapporto alla storia di un Paese le cui sorti sono state quasi sempre determinate dai desideri e dagli interessi delle potenze esterne e mai dalla volontà, se non della sua popolazione, per lo meno dei suoi rappresentanti politici. Esiste una nazione kosovara? O esiste soltanto una "Grande Albania"? E, se esiste, è un’ipotesi realizzabile, sia da un punto di vista di volontà politica che di concreta fattibilità? Di certo l'arte non risolverà con un'apposita legiferazione queste domande, ma l'ingresso di un albanese nel territorio del Kosovo potrebbe essere visto come il sintomo di una particolare ri-unione.

Nessun commento:

Posta un commento