lunedì 12 novembre 2012

Pier Paolo Pasolini e il luogo della sua Passione

Ostia Lido - Piazza Anco Marzio

Ostia Lido - Via dell'Idroscalo


Quando giunsi da torino ed ero in cerca di un alloggio, sentendomi perso nei quartieri di Roma che visitavo per trovare una sistemazione abitativa confacente al mio modo di vivere, una mattina di primavera, presi la macchina e mi spostai ad Ostia Lido in compagnia di un ragazzo sardo ch'era venuto a Roma a studiare musica stanco della miniera dove aveva lavorato seguendo le orme del padre.

Viveva nella mia stessa pensione ed era stato facile fare amicizia sull'onda della solitudine e del sentimento artistico che dominava le nostre esistenze.

L'aria quel sabato era tiepida e mi ricordava nella precarietà delle zone periferiche il clima selvaggio di Viareggio dove scappavo nelle libere uscite di fine settimana durante il servizio militare a La Spezia.

Quella calma mi restituì finalmente un po' di gioia lontano dalla famiglia che era ancora a Settimo Torinese in attesa del trasferimento di mia moglie insegnante elementare di ruolo.

Arrivammo anche all'Idroscalo percorrendola in lungo e in largo e nel senso ordinato delle strade ritrovavo la stessa elementarità della città di Torino che riservava le sue sorprese nelle costruzioni dell'epoca sabauda, di una crescita su pianta romanica ordinata e precisa mentre nei primi giorni nel centro di Roma mi ero perso più di una volta nonostante il mio spiccato senso di orientamento.

Ostia era da sempre una periferia dove poteva accadere di tutto con un fascino che ancora oggi aiuta la gente a perdersi
nell'irragionevolezza dei propri sentimenti.

Quale posto migliore poteva desiderare Pasolini per un rapporto carnale ?  La voce del Tevere a due passi che penetrava nel mare con fremiti e sussulti e un'anima da prendere al laccio del proprio desiderio d'amore. Ma mentre aspettava di calmare i suoi sensi la morte che era acquattata ad un passo tra gli arbusti della macchia mediterranea o tra le ombre delle baracche vicine gli saltò addosso e lo ridusse ad un corpo senza vita.

Oggi è una stele a ricordare il sacrificio che avvenne con motivazioni che ancora non conosciamo. La tanta attesa verità ogni anno sembra volersi svelare alla sete di giustizia che ancora tanti avanzano, ma resta sempre tra le tante chiacchiere che si fanno come un fatto ovvio che tutti dovrebbero sapere già.

Ho voluto scrivere questa nota lontano dalle commemorazioni che anche quest'anno si sono succedute. Io sono uno di quelli che continua a credere che ognuno è artefice della propria esistenza anche se tutto è già scritto e non può essere modificato, condannato o assolto.

La sua gloria se l'era già conquistata, ma senza il martirio sarebbe diventato un poeta da antologia, un libro da scaffale, un profeta abbandonato dai tanti che erano nella sua scia in attesa della sua fine per emergere e sperare un poco della sua gloria.



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