venerdì 19 ottobre 2012

Allievi e Maestri dell'Accademia di Torino a confronto,

I “Collaudi” al Mirafiori Motor Village.  perché “è dell'artista il fin la meraviglia”
pubblicato giovedì 4 ottobre 2012
Benedetta Marchiori, Trasloco, 2011-12

"È dell’artista il fin la meraviglia", seconda puntata. Al via stasera la nuova edizione della rassegna curata da Guido Curto, che per l'occasione prende in esame i corsi di decorazione dell'Accademia Albertina di Torino, dove spesso i docenti formano i loro studenti con un'idea che va molto oltre l'idea comune che si attribuisce alla parola, attraverso dinamiche legate all'arte ambientale e alle installazioni. Una seconda tranche che porta il nome di "Collaudi", una sperimentazione che arriva al Mirafiori Motor Village con l'aiuto di tre insegnanti e dei loro allievi.
I Maestri in questo caso sono Iginio De Luca e i suoi lavori, che riservano un  approccio ironico sui diversi aspetti della realtà; Monica Saccomandi e i temi riconducibili alla città e alla vita metropolitana; Silvano Venturi e le sue superfici e oggetti dove in strutture minimali o decorative s'inseriscono procedimenti, tracce o materiali anomali volti a suggerire riletture fantastiche della quotidianità. E chi saranno invece le giovani leve al collaudo? Chiara Bagnasco, in un video-autoritratto dove l'alter ego è la propria abitazione; Marco Illuminato, in grado di travalicare la realtà comune delle cose per accedere a un nuovo universo poetico; Consuelo Marasini, che (ri)vela attraverso una serie di scatti la superficie delle immagini; Benedetta Marchiori che indaga i corto-circuiti in grado di stravolge il senso del reale codificato, così come Elena Martire, che sovverte la logica tranquillizzante del punto di vista; Loredana Tobia Cascione si misura con un quotidiano femminile e inquietanti mentre, infine, Elena Tortia ridisegna mappe e tracciati urbani attraverso una cartografia che consente di perdersi in nuove traiettorie. Insomma, anche in questo caso, come nella milanesissima parata di artisti alla GAM, ex allievi di Alberto Garutti, c'è un'impronta didattica che va ben oltre la didascalia, la ripetizione di un accademismo, di un modello imposto. La strada forse qui sarà più lunga, ma di certo i "collaudi" servono anche per testare cosa si possa migliorare nelle prestazioni dei giovani.

Nessun commento:

Posta un commento