mercoledì 30 novembre 2011

Liberiamo Ostia dalle mafie” venerdì, 2 Dicembre 2011


COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Associazione Culturale Severiana, Comitato Civico 2013, Comunità Foce del Tevere, LabUr



Perché non partecipiamo alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalle mafie” venerdì, 2 Dicembre 2011

L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé e per gli altri”.
Poiché coloro che da anni sono costretti a fare i conti con la mafia, che denunciano, che subiscono ritorsioni, intimidazioni, vessazioni, sono lasciati colpevolmente soli anche da molti di quelli che parteciperanno alla fiaccolata,  non ci saremo.
Perché bisognerebbe scendere in strada per loro, per i vivi, e non per la morte dei criminali o un imbecille negazionista con una tessera di partito e i suoi fiancheggiatori.
Perché troppo spesso molti di quelli che organizzano queste fiaccolate fanno anti-mafia da dietro la scrivania.
Perché siamo stanchi di scoppi di febbre narcisistica da campagna elettorale di “inutili operai di parole di denuncia” con sottotitolo “non disturbare il manovratore
Perché la mafia non è né di destra né di sinistra. E’ a destra come a sinistra.
Perché siamo stanchi di fiaccolate di protesta e non di proposta.
Perché siamo stanchi di sentire gli applausi della gente a finti coraggiosi paladini solo perché snocciolano l’elenco delle famiglie mafiose che leggono sui giornali. Non c’è nulla di coraggioso in questo.
Perché siamo stanchi di fare numero nelle fiaccolate da vetrina a favore dei soliti politici per affermare una banalità come “no alla mafia”. Non c’è nulla di coraggioso nemmeno in questo.
Perché il giorno dopo la fiaccolata non si passerà a fatti visibili e questo la mafia lo sa.
Perché la fiaccolata di venerdì contro la mafia dovrebbe almeno avere il coraggio di passare e fermarsi davanti agli esercizi commerciali in mano alla mafia o al racket dell’usura, davanti ai negozi, alle attività produttive, alle associazioni che stanno o per chiudere a causa della mafia o per soccombere alla mafia.
Perché non possiamo sentire, come è accaduto domenica sera, che la mafia la devono combattere i cittadini: la mafia la deve combattere lo Stato e cittadini dovrebbero limitarsi a denunciare, sicuri di essere tutelati.
Perché noi, proprio noi che abbiamo voluto la manifestazione contro il premio a Licio Gelli ad Ostia, vogliamo denunciare i motivi per cui non partecipiamo venerdì alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalla mafia”. Gli altri, quelli lasciati colpevolmente soli, semplicemente e silenziosamente non ci saranno.
Perché questa ennesima fiaccolata contro la mafia è una dichiarazione di sconfitta e non renderà nessuno più forte, soprattutto i più deboli perché soli.
COMITATO CIVICO 2013
Via G.B.Pescetti, 19 – 00124 Roma
Tel:   346-7281504   NetFax:  +39-1786077195
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Ostia Lido - Il pontile



Franco Califano a Ostia Lido





Franco Califano



In una calda serata estiva Franco Califano ha incontrato a Ostia Ponente ancora una volta il suo pubblico a cui, negli anni, ha raccontato tutto di sé: la sua formazione a partire da un’infanzia bruciata e da un’adolescenza febbrile, la sua stagione giovanile della Dolce Vita di via Veneto, le sue passioni, i suoi sentimenti, il grande successo avuto per decenni scrivendo alcune delle canzoni più pregnanti del Novecento, la sua vita attraverso le sue canzoni, parlando dei  suoi libri, recitando i suoi monologhi e le sue poesie in romanesco ed in lingua italiana. Quando è salito sul palco tra un boato di applausi, sebbene fosse apparentemente nervoso, mi è sembrato in fondo più sereno, meno disincantato del solito, ma sempre con una gran voglia di comunicare agli altri la sua voglia di vivere e di amare. Sono lontani i tempi in cui affermava: “Non ho religione,  non ho famiglia, a volte non ho nemmeno pensieri. Sono cresciuto prendendo calci e cercando di restituirli quand’era possibile. Un match lunghissimo con il destino che mi porto appiccicato. Giù io o giù lui. La partita non è ancora finita, chissà quale sarà l’epilogo: Io sono il padre, il padre e il figlio di me stesso. Sono gli altri a dover dimostrare, non io che ho passato ogni esame prendendo il massimo dei voti.” Forse oggi il Califfo ha capito che una grande famiglia ce l’ha: sono i suoi numerosi fans a cui attraverso le sue canzoni ha insegnato che nell’amore è molto importante la vera comunicazione, quella diretta ed emotiva, l’unica che conta e ci consola, malgrado la nostra epoca sia così avanzata tecnologicamente con i computer ed internet, con i cellulari e le chat, che in fondo ci rendono più soli ed alienati. Il suo mito di grande amatore nasce dal fatto che, affascinato dalla bella vita e dalle belle donne che lo hanno sempre  ricambiato senza riserve  e animato da un’irrefrenabile irrequietezza,  ha sempre vissuto la sua sessualità  fino all’estrema sperimentazione dichiarando con convinzione che anche “la sessualità è un dono di natura, un talento così come accade per i grandi campioni dello sport o per i geni della scienza e della cultura.” Le donne le ha veramente amate ed ha mostrato sempre un gran rispetto per loro non entrando mai in particolari intimi parlando con i suoi amici.
            I testi delle sue canzoni sono autentiche poesie e non hanno mai avuto per soggetto argomenti politici o sociali, ma hanno sempre cantato i sentimenti con un  grande impatto emotivo, sentimenti come l’amicizia in “L’ultimo amico va via”, come le particolari atmosfere ambientali in “La nevicata del 56” , ma specialmente come l’amore in “Minuetto” e “Tutto il resto è noia”.

                                                                                              Anna Iozzino

martedì 29 novembre 2011

L'autore di Anema e core





Salve (Salvatore) D’Esposito


Compositore e direttore d’orchestra, autore di canzoni immortali e sorrentino intimamente legato alla sua terra, che, nonostante il successo, non disdegnava i suoi amici, di ritrovarli ogni volta che il lavoro gli permetteva di ritornare a Sorrento.

E’ stato autore di Anema e core, me so mbriacato 'e sole, Marì nun me scetà con la quale vinse il  Scanno  del 1954; finalista al primo Festival della Canzone na­poletana  nel 1953 con 'E campane napulitane e nel quinto  del 1957 con Felicità.

Fu vincitore assoluto nel settimo Festival (1959) con Pa­drone d'o mare. Le sue canzoni sono state cantate da Anto­nio Basurto, Roberto Murolo, Teddy Reno, mentre le hanno rese ancora più famose i grandi tenori Tito Schipa, Beniamino Gigli, Giuseppe Di Stefano, Ferruccio Tagliavini, Luciano Pavarotti ed i grandi della musica internazionale Vic Damone, Frank Sinatra, Perry Como, Cliff Richards, Frankye Avalone e Bruno Venturini.

Nel 1952 il Circolo Forestieri di Sorrento gli tributò una serata in suo onore e fu un avvenimento  indimenticabile per Salve d'Esposito per l'apprezzamento ricevuto nel proprio paese natio: "Sono stato commosso per il tripudio di affetto e la manifestazione di simpatia tributatemi - affermò il giorno dopo - sono stato tanto felice che la mia prima grande festa sia stata organizzata a Sorrento, nella terra dei miei genitori, dove sono nato e cresciuto, nella città che, con la dolcezza e l'armonia delle sue bellezze naturali, è stata la prima maestra della mia musica ".

Diplomatosi presso il Conservatorio di San Pietro a Majella[1], Salvatore D'Esposito inizia la sua carriera negli anni venti, facendosi conoscere come concertista in Francia e in Inghilterra. Tornato in Italia nel 1930, si sposa con Giulietta e si stabilisce a Capri fino allo scoppio della guerra. Dal matrimonio con Giulietta nascono le sue due figlie, Luisa (1932) e Raffaella (1937).

Nel 1942 Salvatore e la sua famiglia si trasferiscono a Roma, città in cui il Maestro compone canzoni quali Ho interrogato gli astri, A Roma vojo annà e Ti regalo una canzone.

Onorato dalla capitale con una targa in occasione della “Festa de’ noantri”, il musicista sorrentino vivrà a Roma per il resto della sua vita.

Negli ultimi anni quaranta, precisamente nel 1948, Salve D'Esposito incontra Domenico Titomanlio, in arte Tito Manlio, un noto autore di testi musicali col quale Salve costruirà un fortunato sodalizio. Proprio in quell'anno, infatti, i due artisti danno vita al loro primo successo musicale, dal titolo Me so 'mbriacato e sole: la canzone, lanciata a Sorrento dal cantante Antonio Basurto, si afferma ben presto anche all’estero e diventerà uno dei capisaldi della carriera del Maestro.

Anema e core che è uno dei brani più famosi e celebrati della coppia D’Esposito-Tito Manlio fu da subito un grande successo, sia nazionale che internazionale: la melodia, battezzata dal celebre tenore Tito Schipa, verrà cantata da un gran numero d'artisti, tanto in Italia quanto all’estero. Negli anni cinquanta la carriera di Salve s'avvalora di numerose collaborazioni.

Nel 1951 compone N'angelo e Trascuratella, su versi del poeta Enzo Bonagura. Il 1952 è l’anno della canzone Tradimento, composta da Salve e scritta dal regista Ettore Giannini. Del 1953 si ricorda Casarella 'e Pusitano, su versi del giornalista e critico d'arte Piero Girace. Fra il 1954 e il 1955 collabora col paroliere Nisa alle canzoni Campane napulitane, Ammore e sentimento e Cuncè vendetta. Agli stessi anni risalgono anche le collaborazioni con i poeti Pasquale Manzo, Carlo Da Vinci, Armando Ciervo e Riccardo Morbelli. Prosegue intanto il sodalizio con Tito Manlio, col quale Salve lavora a diversi brani: fra gli altri, si possono ricordare Felicità, Padrone d' 'o mare e Musica 'mpruvvisata.

Fra i tanti capitoli della carriera del Maestro va menzionata l'amicizia con Oscar Wirth, proprietario del noto Hotel Hassler a Roma. Nell'albergo romano, in effetti, Salve trascorre buona parte dei suoi ultimi anni d'artista, componendo già nel 1963 una canzone dal titolo Hassler e dilettando amici e clienti dell’albergo con l’esecuzione di pregevoli melodie.

Il Comune di Sorrento, nel gennaio del 1983, nella ricorrenza dei festeggiamenti di “Torna a Surriento”, appose una lapide alla casa dove egli aveva trascorso la sua infanzia prima di prendere il volo per i suoi successi, ma dove ritornava con tanto entusiasmo.



Anema e core
(Tito Manlio - D'Esposito)

Nuje ca perdimmo ‘a pace e ‘o suonno, 
nun ce dicimmo maje pecchè? 
Vocche ca vase nun ne vonno, 
nun so’ sti vvocche oje ne’! 
Pure, te chiammo e nun rispunne 
pe’ fa dispietto a me… 
Tenimmoce accusì: anema e core, 
nun ce lassammo cchiù, manco pe’ n’ora, 
stu desiderio ‘e te mme fa paura, 
campà cu te, sempre cu te, pe’ nun murì. 

Che ce dicimmo a fa parole amare, 
si ‘o bbene po’ campà cu nu respiro? 
Si smanie pure tu pe’ chist’ammore, 
tenimmoce accussì… anema e core! 
Forse sarrà ca ‘o chianto è doce, 
forse sarrà ca bene fa… 
Quanno mme sento cchiù felice, nun è felicità. 
Specie si è vvote tu mme dice, distratta, ‘a verità…. 

Stu desiderio ‘e te mme fa paura, 
campà cu te, sempre cu te, pe’ nun murì. 
Che ce dicimmo a fa parole amare, 
si ‘o bbene po’ campà cu nu respiro? 
Si smanie pure tu pe’ chist’ammore, 
tenimmoce accussì… anema e core! 
Tenimmoce accussì: anema e core…


Michele Zaza in mostra alla Fondazione Noesi





 
PAESAGGIO MAGICO
inaugurazione sabato 3 dicembre 2011 | fondazione noesi | martina franca


La Fondazione Noesi in Martina Franca ospita una importante mostra personale di Michele Zaza dal titolo Paesaggio magico, che comprende installazioni, immagini fotografiche e video.
Attraverso l'utilizzo di una fotografia intesa come mezzo per fissare le proprie riflessioni esistenziali, Zaza si concentra sul corpo - in particolare sul volto, suo e delle persone a lui vicine - per elaborare un ideale viaggio fisico e metafisico, dove tutto si fa spazio "poetico": il luogo, i corpi plastici, le immagini fotografiche, entrano in una trama di relazioni, rimandi, livelli di percezione e introiezione, da cui scaturisce un'immagine che si impregna di valori tra il totemico e il feticistico, tra l'allusivo e il fantasticante.

All'interno della ricerca dell'artista, il corpo e il volto diventano l'interfaccia con il mondo, lo schermo su cui proiettare un'atmosfera magica e carica di simboli. Per questa ragione il corpo e soprattutto il volto si trasfigurano, tesi verso il valore di sacralità dell'immagine. Essi "viaggiano" costituendosi in un corpo secondo, mentale, fatto di coscienza metafisica. Spesso sono dipinti di blu per indicare un'idea di trascendenza, di bianco per focalizzare un punto di energia vitale, di marrone per manifestare un legame con la terra, di nero per segnare una zona di silenzio. Nell'universo astratto che Zaza va man mano elaborando i volti sono assimilabili a vere e proprie icone, ritratti sospesi nel tempo e nello spazio, autentiche proiezioni di una spiritualità.

Attraverso un utilizzo della luce di chiara matrice teatrale, fa dunque emergere i volti da uno sfondo scuro e misterioso, come nelle opere Cielo abitato, 1985, incentrate su volti illuminati da una luce caravaggesca. I corpi e i volti ritratti nella mostra Paesaggio magico, 2011, si nutrono di forme plastiche, spesso in legno, di sculture cosmiche archetipiche, all'interno di una libera creatività che tutto reinventa.
È nella rappresentazione di un nuovo antro misterioso del vivente che si trova la possibilità di un universo immaginario, fatto di volti dorati, a volte con parti dipinte di azzurro, che appaiono e scompaiono nell'oscurità segreta dello spazio, volti animati dall'intrecciarsi di mani dipinte, sicuri di voler abitare una propria dimora cosmologica materiale e psichica, fatta di pareti azzurre e di forme germoglianti tracciate con molliche di pane. Un cosmo dove si sedimentano segni riconoscibili: le molliche di pane e il colore del cielo, le forme alate e i gesti del corpo. Un percorso onirico sviluppato nelle sembianze di un habitat umano capace di rigenerare l'invisibile quanto il potenziale visibile.

In una delle sale della Fondazione Noesi Zaza realizza un'installazione site specific dove la proiezione video di volti (maschile e femminile) con mani congiunte e in lenta apertura, abita la dimensione arcana di uno spazio magico: "una rappresentazione che mette insieme terra, cielo, uomo, coscienza. Una sorta di paradiso perduto dell'infanzia e della bellezza che permette una favola antropologica ritrovata, dove l'essere va oltre se stesso" (Michele Zaza).

La mostra sarà accompagnata da un contributo critico inedito di Elena Re.

Cenni biografici
Michele Zaza nasce a Molfetta il 7 novembre del 1948. Nel 1972 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Diagramma/Inga-Pin di Milano. Nel gennaio del 1973 Zaza espone da Marilena Bonomo a Bari. Dopo da Massimo Minini (Brescia), Annemarie Verna (Zurigo), Ugo Ferranti (Roma), Lucio Amelio (Napoli), Yvon Lambert (Parigi), Leo Castelli (New York). Mostre personali al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Cabinet des estampes du Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra, Shchusev Architecture Museum di Mosca, Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea di Roma, Mamco Musée d'Art Moderne et Contemporain di Ginevra, Centro Luigi Pecci di Prato. Tra le collettive, nel 1977 e nel 1982 Zaza partecipa a Documenta (Kassel); nel 1975 alla Biennale di Parigi e nel 1977 alla XIV Biennale di San Paolo. Negli anni Ottanta e Novanta partecipa a mostre presso il Centre Pompidou di Parigi, la Nationalgalerie di Berlino, la Hayward Gallery di Londra, la Staatsgalerie di Stoccarda, il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris.

Paesaggio Magico
di Michele Zaza
dal 3 dicembre 2011 al 5 febbraio 2012
Fondazione Studio Carrieri Noesi
Palazzo Barnaba, via Principe Umberto 49
Martina Franca

Inaugurazione 3 dicembre ore 18.30
Gli altri giorni:
Venerdì - sabato - domenica ore 17.30 - 20.30
Ingresso gratuito

Info:
tel. 080 4801759











sabato 26 novembre 2011

COME NEUTRALIZZARE LE PERDITE DI ACIDO SOLFORICO DELLE BATTERIE


DM  n° 20 del 24/01/2011 del Ministero dell'Ambiente.
COME NEUTRALIZZARE LE PERDITE DI ACIDO SOLFORICO DELLE BATTERIE

Il decreto prevede la presenza nel luogo dove si raccolgono, si utilizzano batterie al piombo contenente acido solforico la presenza di un prodotto inibitore capace di reagire con l’acido in quantità sufficiente in ragione del prodotto acido presente nell’attività.
Il prodotto deve essere certificato da un istituto specializzato come contemplato dal Decreto Ministeriale n. 20/2011 con la data di durata da quella di fabbricazione e accompagnato dalla scheda di sicurezza.

Il prodotto all’atto dell’impiego a contatto con l’acido deve  trasformarsi in un composto neutro [calcio solfato idrato-gesso] da smaltire come rifiuto speciale non tossico in tutte le seguenti aree di lavoro:

BATTERIE AVVIAMENTO
Secondo il DECRETO N. 20 del 24 gennaio 2011 la sostanza assorbente e neutralizzante certificata, deve corrispondere alla quantità necessaria per estinguere completamente i volumi di soluzione " acida” indicati a fianco dei seguenti settori di attività:

l) DEPOSITI PER LA VENDITA ALL'INGROSSO 200 litri / 160 Kg  (Agenzie di rappresentanza in genere)
2) DEPOSITI PER LA VENDITA AL DETTAGLIO 100: litri / 80 Kg  (Ricambisti, concessionarie auto e moto)
3) ESERCIZI PER LA RICARICA E LA SOSTITUZIONE 25 litri / 20 Kg

MODO D'USO
Prima di tutto controllare la data di scadenza del prodotto, se non scaduto iniziare a cospargere  l'intera area contaminata dall'acido che è stato sversato (la corretta proporzione è circa di 800 gr ogni litro di liquido fuoriuscito) adoperando guanti protettivi e occhiali in quanto seppur non tossico e non infiammabile il prodotto può provocare irritazioni a pelli e occhi sensibili. 

Attendere alcuni minuti fino quando la reazione del prodotto con l'acido, manifestata attraverso una reazione effervescente, non sarà terminata. 

A quel punto sarà possibile raccogliere il prodotto, sempre evitando il contatto con la pelle e l'inalazione, ed eseguire lo smaltimento come rifiuto speciale non tossico (verificare sempre le normative locali in vigore).

L'area interessata al trattamento potrà essere successivamente pulita attraverso ulteriore lavaggio con semplice acqua.

Ricordarsi, per una corretta conservazione del prodotto residuo, di richiudere sempre e con la massima cura la confezione.


DOCUEMTI DA RICHIEDERE AL FORNITORE

 

1) SCHEDA SICUREZZA: la scheda deve contenere la data di compilazione, e la dichiarazione  “conforme all'allegato II Regolamento CE 1907/2006 REACH, Nonché direttive 98/24 CE 67/548/CEE 1999/45/CE.”

2) CERTIFICAZIONE DEL PRODOTTO da parte di un istituto specializzato come contemplato dal Decreto Ministeriale n. 20/2011 con la data di durata da quella di fabbricazione e accompagnato.

 

3) Certificato indicante la data di fabbricazione con la data di scadenza.

 

SANZIONI

Per la mancata applicazione del D.M. 24/01/2011 n. 20,  le sanzioni sono quelle previste dal D.L. 09/04/2008 n. 81
all'art. 68 comma 1 lettera b:
I. Il datore di lavoro e' punito:
a) con l'arresto da sei a dodici mesi o con l'ammenda da 4.000 a 16.000 euro per la violazione dell'articolo 66;
b) con l'arresto da tre a sei mesi o con rammenda da 2.000 a 10.000 euro per la violazione degli articoli 64 e 65, commi 1 e 2;
c) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 2.500 euro per la violazione dell'articolo 67, commi 1 e 2.

OBBLIGHI
Art. 63.
Requisiti di salute e di sicurezza 1. I luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell'allegato IV.
punto 2. 1.11.1.
Negli stabilimenti o luoghi in cui si producono o si manipolano liquidi corrosivi devono essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese di acqua corrente o recipienti contenenti adatte soluzioni neutralizzanti.
2.1.12. In caso di spandimento di liquidi corrosivi, questi non devono essere assorbiti con stracci, segatura o con altre materie organiche, ma eliminati con lavaggi di acqua o neutralizzati con materie idonee.

Art. 64. Obblighi del datore di lavoro  (D.L. 09/04/2008 n. 81)
1. Il datore di lavoro provvede affinchè:
a) i luoghi di lavoro siano conformi ai requisiti di cui all'articolo 63, comma 1.
b) le vie di circolazione interne o all'aperto che conducono a uscite o ad uscite di emergenza e le uscite di emergenza siano sgombre allo scopo di consentirne l'utilizzazione in ogni evenienza;
c) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori;
d) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate;
e) gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, vengano sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento.


Inoltre tale problematica può essere ricompresa nei provvedimenti da attuare in caso di emergenza.
Il Dat.Lav deve fare un piano di emergenza dove, oltre al rischio incendio e infortuni, devono essere riportate le procedure da attuare in caso di sversamenti di prodotti chimici.


venerdì 25 novembre 2011

Sostanze assorbenti e neutralizzanti dell'acido solforico


 


Dm Ambiente 24 gennaio 2011, n. 20
Impianti destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori - Regolamento per l'individuazione della misura delle sostanze assorbenti e neutralizzanti
Testo vigente oggi 25-11-2011

Articolo 1 - Ambito di applicazione
1. La determinazione della misura delle sostanze assorbenti e neutralizzanti da utilizzare nei casi di fuoriuscita di soluzione acida contenuta negli accumulatori al piombo presso gli impianti destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori medesimi ai sensi dell'articolo 195, comma 2, lettera q), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è effettuata con le modalità riportate nell'allegato 1 al presente decreto. Il presente regolamento, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica itallana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Roma, 24 gennaio 2011
Allegato 1 - Determinazione della misura delle sostanze assorbenti e neutralizzanti da utilizzare nei casi di fuoriuscita di soluzione acida contenuta negli accumulatori al piombo
Premessa
(a) Le sostanze assorbenti e neutralizzanti devono essere preventivamente testate dalle Universita e dagli istituti specializzati.
(b) Nella certificazione di rispondenza funzionale deve essere precisato il quantitativo di prodotto occorrente per il completo assorbimento e la perfetta neutralizzazione di un litro di soluzione acida che, essendo ragionevolmente riferita ad elementi carichi, presenta una densità di circa 1,27 kg/dmc,
(c) Nel caso di elementi in cui l'elettrolito si presenta in forma gelatinosa (Batterie al gel]), il quantitativo di prodotto occorrente per la neutralizzazione dell'unità di volume rimane inalterato in quanto, a parità di capacità, gli elementi contengono la stessa quantità di sostanza elettrolitica, liquida o gelatinosa, con identica percentuale di acido solforico.
(d) Il prodotto testato deve essere utilizzato secondo le istruzioni fornite dal fabbricante e tassativamente sostituito alla scadenza del termine di validita della sua piena efficacia, termine che deve essere indicato in modo evidente su ciascun contenitore


1) Tipologia di utilizzo
1.1. Batterie stazionarie
1.1.1. Elementi fissi
In tutti gli ambienti destinati a contenere stabilmente concentrazioni di accumulatori al Piombo acido (Sala batterie) deve essere tenuta a disposizione una quantità di sostanza assorbente e neutralizzante (testata e certificata dagli Enti e/a istituti specificamente preposti Ispel, Laboratori universitari, ecc.) sufficiente ad estinguere completamente tutto l'elettrolito contenuto in almeno due degli elementi componenti la batteria, per ciascuna batteria installata.
II quantitativo di soluzione acida contenuto nell'elemento, espresso in litri, dovrà essere attestato da una dichiarazione del fabbricante.
A titolo esemplificativo si riporta la seguente tabella che evidenzia il volume dl soluzione acida corrispondente alle varie capacità e ricavata dalla media del valori comunicati dai fabbricanti di accumulatori.


Capacita della batteria
(Amperora)
Soluzione acida contenuta in 2 elementi (litri)
Fino a 200
10
Fino a 500
25
Fino a 1000
40
Fino a 1500
50
Fino a 2500
90
Fino a 4000
140
Fino a 6.500
180
Fino a 8000
220
Fino a 10000
260
Fino a 12000
300


1.1.2. Batterie portatili
In tutti i locali destinati allo stoccaggio, alla ricarica, alla manutenzione e più in generale alla movimentazione di contenitori portatili di elementi al piombo acido deve essere obbligatoriamente tenuta a disposizione una quantità di sostanza assorbente e neutralizzante certificata, necessaria ad estinguere tutta la soluzione acida contenuta nella "batteria portatile" ogni trenta batterie in dotazione all'impianto.
Detto contenuto deve essere riferito alla batteria di maggior capacità e deve essere attestato dalla dichiarazione del fabbricante.
Per quanto si riferisce alla sostituzione degli accumulatori iristallati a bordo delle carrozze ferroviarie, si rende necessaria una congrua disponibilità di sostanza neutralizzante ed assorbente in tutte le stazioni ferroviarie dove si effettuano movimentazioni di elementi portatili dal deposito alle banchine di transito dei treni, a salvaguardia dell'incolumità degli addetti e della sicurezza dei viaggiatori.
L'elemento portatile di tipo standard adottato nelle stazioni della rete ferroviaria itallana ha un contenuto di soluzione acida pari a circa 10 litri.


1.2. Batterie a trazione
Sono gli accumulatori installati a bordo dei mezzi azionati da motori elettrici con tensione di esercizio variabile da 12 a 80 V (carrelli elevatori e trasportatori, transelevatori, trasportatori a pianale con operatore e bordo o operanti su banda magnetica, trattori, bus, auto, ecc).
1.2.1 Stazioni di ricarica
In tutte le aree destinate al ripristino dell'efficienza delle batterie scariche e dove sono pertanto dislocati gli apparecchi deputati ad espletare la funzione di ricarica (Raddrizzatori) deve essere obbligatoriamente tenuta a disposizione per l'emergenza re/ativa agli sversamenti accidentali di soluzione acida una quantità di sostanza estinguente necessaria alla completa neutralizzazione:

Piccoli impianti
(fino a 5 batterie)
del
50% dell'elettrolito presente nella batteria di maggiore contenuto acido
Impianti medi
(fino a 20 batterie)
del
100% dell'elettrolito presente nella batteria di maggiore contenuto acido.
Grandi impianti
(oltre 20 batterie)
del
200% dell'elettrolito presente nella batteria di maggiore contenuto acido.


In tutte quelle aree ove siano previste, oltre alla ricarica, anche le operazioni di sostituzione di batterie esaurite (a mezzo paranchi, carri o rulli, carrelli elevatori ecc.) i quantitativi suddetti devono intendersi raddoppiati.
È fatto altresì obbligo a tutti i soggetti utilizzatori di mezzi elettrici alimentati a batteria di possedere la dichiarazione rilasciata dal fabbricante, per ciascuna batteria presente nll'impianto, e individuabile inequivocabilmente dal numero di matricola, relativa al contenuto di soluzione acida espresso in litri.
A titolo esemplificativo si riporta la seguente tabella indicativa che riporta il volume di soluzione acida corrispondente alle diverse capacità e ricavata dalla media dei valori aritmetici comunicati dai fabbricanti.

n.ro elementi/tensione di esercizio

Contenuto elettrolito in litri
Capacità dell'elemento
1
ELEM
2V
6
ELEM
12V
12
ELEM
24V
18
ELEM
36V
24
ELEM
48V
36
ELEM
72V
40
ELEM
80V
Fino a 200 Ah
2
12
24
36
48
72
80
Fino a 400 Ah
4,5
27
54
81
108
162
180
Fino a 700 Ah
7
42
84
126
168
252
280
Fino a 1000 Ah
9
54
108
162
216
324
360
Oltre 1000 Ah
12
72
144
216
288
432
480


1.2.2 Batterie circolanti all'interno di aree private
La circolazione di mezzi a trazione elettrica utilizzati per il trasporto di cose o persone e per il sollevamento di carichi all'interno di aree portuali, aeroportuali, stabilimenti industriali, grandi magazzini, ecc, comporta necessariamente un rischio di sversamento dell'elettrolito contenuto nelle batterie, sia per la corrosione del cassone contenente gli elementi ma anche per il possibile ribaltamento del mezzo alimentato.
In tali evenienze e considerata sufficiente la dotazione di sostanza assorbente e neutralizzante stabilita per le postazioni di ricarica delle batterie, sempreche le distanze dalle suddette postazioni non siano talmente elevate o non facilmente percorribili in tempi brevi da consigliare un'adeguata scorta supplementare anche nelle zone nevralgiche maggiormente decentrate.
1.2.3 Batterie circolanti sul suolo pubblico
È considerata regola di prudente prevenzione e sicurezza la dotazione di sostanza assorbente e neutralizzante a bordo dei veicoli per il trasporto pubblico a trazione elettrica impiegati nelle citta e nei Comuni.
È altresì consigliato prevedere, per ragioni di sicurezza, una congrua disponibilità di tale prodotto estinguente sui mezzi di soccorso deputati ad intervenire in caso di incidenti in cui siano coinvolti tali veicoli (Vigili del fuoco, carri di soccorso, Polizia Municipale, ecc.).


1.3 Batterie di avviamento
Considerati il diverse numero delle batterie movimentate e le diverse tipologie di movimentazione e manipolazione richieste per lo svolgimento di ciascuna attività, la sostanza assorbente e neutralizzata certificata, che deve essere obbligatoriamente tenuta disposizione per l'emergenza originata da possibili sversamenti, deve corrispondere alla quantità necessaria per estinguere completamente i volumi di soluzione acida indicati a fianco dei seguenti settori di attività:
1.3.1 Depositi per la vendita all'ingrosso
(Agenzie di rappresentanza in genere)
200 litri
1.3.2 Depositi per la vendita al dettaglio
(Ricambisti, concessionarie auto e moto)
100 litri
1.3.3 Esecizi per la ricarica e la sostituzione
25 litri




A titolo esemplificativo si riporta la seguente tabella indicativa che evidenzia il contenuto di elettrolito corrispondente alle diverse capacità delle batterie.
Capacità della batteria
Contenuto soluzione acida
Autovetture fino a 60Ah
8 litri
Autovetture fino a 100Ah
10 litri
Autocarri fino a 160Ah
20 litri
Autocarri fino a 220Ah
25 litri
Autocarri fino a 320Ah
35 litri


2) Fabbriche di accumulatori
Poiché nelle fabbriche di elementi al piombo i rischi di sversamenti accidentali sono correlati ad alcune fasi del processo di produzione industriale, alle metodologie della carica di formazioni ed ai criteri di movimentazione e stoccaggio sia della soluzione acida che degli elementi carichi, il criterio di sicurezza da adottare deve essere correlato ai quantitativi di elettrolito complessivamente movimentati all'intero cicio giornaliero di produzione.


3) Consorzi nazionali per la raccolta e il trattamento delle batterie al piombo esauste e per i rifiuti piombosi
Nei centri di raccolta dislocati su tutto il territorio nazionale, al fine della completa ed immediata neutralizzazione degli eventuali sversamenti accidentali che si possono verificare durante il trasferimento delle batterie esauste dagli automezzi adibiti alla raccolta fino all'interno dei macchinari di recupero, il quantitativo di sostanza estinguente da tenere a disposizione deve corrispondere a quello occorrente per neutralizzare il cinque per cento del volume complessivo di soluzione acida mediamente movimentato nell'arco della giornata lavorativa.
È opportuna una certa disponibilità di sostanza estinguente a bordo di tutti gli automezzi autorizzati ad effettuare il recupero delle batterie esaurite presso le sedi dei diversi utilizzatori.


4) Trasporto batterie
Tutti gli automezzi adibiti al trasporto delle batterie al piombo riempite con elettrolito a di recipienti contenenti acido solforico alle diverse concentrazioni devono essere dotati di congrue quantità di sostanza assorbente e neutralizzante per l'emergenza originata da eventuali sinistri sui percorso stradale o sversamenti accidentali durante le operazioni di carico e scarico.
II quantitativo prescritto di sostanza estinguente da tenere a bordo di tali automezzi non deve essere inferiore a quello occorrente per neutralizzare il dieci per cento della soluzione acida trasportata. Viene peraltro fissato un quantitativa massimo di sostanza prescritta, corrispondente alla neutralizzazione di 50 litri di elettrolito.
I mezzi deputati ad intervenire in caso di incidenti debbono parimenti essere provvisti di una dotazione necessaria a neutralizzare almeno 50 litri di elettrolito.








Piombo e acido

Le batterìe per auto accumulano e rilasciano energia elettrica per la reazione chimica che avviene tra una serie di piastre alternate: di piombo (Legate al polo "più") e di ossido di piombo (al "meno"). Le piastre si scambiano elettroni (è la corrente elettrica) facendoli "viag­giare" in un liquido (l'elettrolita: acido solforico diluito in acqua) in cui sono immerse; la tensione che si ottiene è di 2,1 volt. Ci sono sei serie di piastre, contenute in "celle" delimitate da divi­sori, e collegate in serie per sommarne le tensioni; tra i poli misurano circo 12,8 volt a batteria carica (a 12,2 volt è già scarica). 

Tranne casi eccezionali, le batterie, sono di due tipi: "tradizionale'' (con elettrolita "libero") e AGM (Absorbent Gloss Mot, "miao fibra di vetro assor­bente") in cui l'acido inzuppa un "feltro" che circonda le piastre. Nelle AGM, il liqui­do non si disperde neppure se in caso d'incidente si rompe l'involucro; inoltre, hanno più "corrente di spunto" all'avviamento. Però, costano quasi il doppio e devono essere posizionate nel baule o nell’abbitacolo (perché "soffrono" le alte temperature).




Gli accumulatori o batterie al piombo esausti, di cui un detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi costituiscono rifiuti e sono identificati, a seconda dell’origine, con due diversi CER:

16.06.01*, se di origine speciale;
20.01.33*, se di origine urbana.


Gli accumulatori o batterie al piombo esausti sono caratterizzati da alcuni rischi legati all’acido solforico e al piombo contenuto. 

Generalmente, vengono classificati come rifiuti pericolosi a rischio di nocività, corrosività ed ecotossicità, ovvero solitamente caratterizzati da frasi di pericolo H5 (o H6), H8, H14.