lunedì 20 giugno 2011

INVALSI


La prima volta che ho sentito la sigla INVALSI, che rassomiglia a Invalidi, un po’ mi son messo a ridere pensando che non se ne può più di acronimi, se di acronimo si trattava o di parole resuscitate da un lungo letargo, perché questo sta producendo questo sistema di potere che cerca di darsi delle arie per rendersi importante.

Ho dovuto ricredermi almeno in parte, dopo la ricerca effettuata su Internet, quando mi son trovato davanti al vero significato di questo riassunto antipatico di una espressione più complessa che recita “Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione”.
E’ un Ente di ricerca incaricato di effettuare verifiche sulle conoscenze e sull’abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e  formazione professionale nel contesto dell’apprendimento permanente. Ma chi ne è stato l’ideatore ?
Come si legge sulla pagina on line, Invalsi “gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione ed è soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità strategiche delle quali l’Istituto tiene conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità tecnico-scientifiche è riservata all’Istituto”.

I giudizi espressi sull’attività di questo soggetto non sono per niente positivi. La scelta di accompagnarli agli esami non risulta per niente felice in quanto finiranno con l’ incrementare nei soggetti che vi si dovranno sottoporre la tensione e le paure che le prove d’esame naturalmente generano da sempre.
Il pediatra milanese Italo Farnetani ha commentato: “Così come sono disegnati, i test per gli alunni di terza media non permettono di scattare una fotografia oggettiva del livello dei ragazzi. Inoltre saranno favorite le piccole ‘allodole’, quei bambini che vanno a letto presto e si svegliano all’alba senza fatica, rispetto ai gufi, che alla mattina impiegano più tempo per ‘carburare’”.

Per concludere lo specialista ha ricordato che l’organizzazione delle prove Invalsi “non è su misura per i ragazzi: occorrerebbe ritardare un po’ l’inizio dei test, o invertirli per consentire agli alunni di dare davvero il massimo”.
Tuttavia, i problemi sui test fortemente voluti dal ministro Gelmini, sono ancor più gravi. Perchè come molti hanno fatto notare non è possibile esprimere un giudizio serio su un adolescente valutando una prova così congegnata.

Questo non è il metodo per contenere il dissesto della scuola nazionale. Proprio la Gelmini ne è la prova con le esperienze da Lei vissute e largamente diffuse sulla carta stampata.
Chi non è autore del dissesto scagli la prima pietra.

Non si vuole una scuola nozionistica e si fanno quesiti INVALSI; si vuole una scuola che deve essere maestra di vita e non si ha coscienza di come farla, neppure di guardare altrove; si vuole una scuola che addestri e si distribuiscono computer per destabilizzare le menti dei giovani. Gli italiani hanno capito che debbono fare da soli in quanto i politici giocano a monopoli o combinano guai irreversibili per far fronte solamente alle loro manie di onnipotenza. Almeno si fossero sottoposti per primi a un questionario INVALSI per la patente di abilitazione a far politica, almeno avremmo in mano la certificazione delle loro deficienze.

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